Un momento della cerimonia (Omnimilano)
Milano, 10 marzo 2017 - "L'idea al centro di questa serata è che Dio ci sta vicino e ci accompagna anche nelle nostre sofferenze e ci dà la forza di camminare". Sono le parole di don Antonio Suighi, parroco della chiesa di Sant'Ildefonso dove è stata celebrata la commemorazione di Fabiano Antoniani, Dj Fabo, il 40enne cieco e tetraplegico che lo scorso 27 febbraio si è tolto la vita in una clinica Svizzera, attraverso il suicidio assistito.
Alla commemorazione era presente anche il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, che ha voluto esprimere "la mia vicinanza prima da cittadino che da sindaco". Sala ha detto anche che "il Governo ha il dovere di portare a termine la legge sul fine vita". Presente anche Mina Welby, moglie di Piergirorgio, che ha commentato: "Questa volta la Chiesa fa espressamente un atto pubblico di accoglienza e anche di consolazione".
Tanti gli amici e i parenti, ma anche semplici cittadini, che hanno riempito la chiesa. Tra loro Valeria Imbrogno, la fidanzata di Fabo. "L'amicizia, quella vera, è quella che mi ha chiesto di spiegare oggi a tutti - ha detto la ragazza - di spiegare quella scelta di odio e amore verso le persone che ci sono state ma poi si sono allontanate. Alla fine, mi dicevi 'mi bastate te e la mia mamma', ma chi ti conosce veramente sa che non era così e che ne soffrivi. Ma in quella sofferenza hai trovato la forza di tornare libero, il Fabo che eri prima". Poi, rivolgendosi alla platea ha detto: "Vi prega di non essere tristi perché ora lui vola". Marco Cappato, l'esponente radicale che ha accompagnato Dj Fabo in Svizzera per il suicidio assistito, è arrivato in chiesa abbracciato alla mamma del 40enne.
Al termine della cerimonia, Dj Fabo è stato salutato da un lungo applauso e da alcuni fuochi artificiali che sono stati sparati fuori dalla chiesa.
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