Valeria Imbrogno: "Un anno buttato ma dj Fabo vincerà la sfida"

Rabbia e speranza nelle parole della compagna di Fabiano Antoniani

Dj Fabo e Valeria Imbrogno

Dj Fabo e Valeria Imbrogno

Milano, 19 settembre 2019 - «In un anno non è stato fatto nulla, ma Fabiano riuscirà a vincere la sua battaglia per la libertà di tutti». Rabbia e speranza nelle parole di Valeria Imbrogno, la compagna di Fabiano Antoniani, dj Fabo, milanese morto in Svizzera con il suicidio assistito il 27 febbraio del 2017, accompagnato fino alla clinica dal radicale Marco Cappato che poi è finito sotto processo a Milano per aver fornito «aiuto al suicidio». Campionessa di pugilato e laureata in psicologia, Valeria oggi sarà a Roma per la manifestazione “Liberi fino alla fine” organizzata dall’associazione Luca Coscioni. «E Fabiano - spiega - anche questa volta pur senza essere presente sarà con noi».

Un anno fa la Corte costituzionale aveva dato un anno di tempo per emanare una legge, dopo il caso dj Fabo. Che cosa è stato fatto? «Assolutamente nulla, non è cambiato niente. Un tema che tocca tanti italiani non è stato neanche affrontato, e questo è scandaloso».

La nuova maggioranza Pd-M5s sta cercando di prendere in mano il dossier dopo le divisioni nella precedente maggioranza. Si fida delle promesse? «Più che nella politica ho fiducia nella Corte costituzionale, che è stata capace di ammettere un vuoto legislativo e il 24 settembre tornerà a riunirsi. Spero che questa possa essere la conclusione, per noi positiva, di questa vicenda. Tornando alla politica, spero realmente che dalle parole si passi ai fatti e che si trovi una soluzione positiva per tutti perché il tempo è scaduto. Anche se mi sembra che la nuova maggioranza sia già abbastanza nel caos su altri fronti».

Pd e M5s sarebbero d’accordo su una depenalizzazione dell’aiuto al suicidio ma solo in alcune circostanze, per evitare abusi. È una soluzione che vi soddisfa? «Per noi sarebbe un passo avanti, ma i nostri obiettivi sono altri. Noi siamo per la piena libertà di scelta, ed è una battaglia che va oltre l’appartenenza politica o la fede religiosa».

La Chiesa continua a ribadire il suo no all’eutanasia. «La trovo una posizione obsoleta. Dal caso di Eluana Englaro i tempi sono cambiati, sono convinta che gli italiani siano pronti ad accettare l’eutanasia e la libertà di scelta. L’Italia è pronta per avere una legge, e questo grazie anche alla battaglia di dj Fabo».

Che cosa l’ha spinta, dopo la morte del suo compagno, a proseguire un percorso che la porterà in piazza Don Bosco a Roma, davanti alla chiesa dove fu negato il funerale religioso di Piergiorgio Welby? «Fabiano ci terrebbe tanto a ottenere un risultato e io, da lottatrice, non mollo. Gliel’ho promesso. Lui non potrà essere a Roma, e io sarò presente al posto suo».  

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro