Discoteche abusive in porta Ticinese, insorgono i residenti

La protesta: nel parco Baden Powell un vero inferno fra assembramenti e musica alta

Assembramenti e musica alta in piena notte

Assembramenti e musica alta in piena notte

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Una discoteca abusiva al parco Baden Powell. Messa in piedi nel fine settimana da ragazzi che si portano dietro bottiglioni di alcolici e casse bluetooth, danzando fino a quasi all’alba. Così ritmi "proibiti" si scatenano all’aperto mentre le sale da ballo continuano a rimanere ufficialmente chiuse per legge da 20 mesi. L’escamotage per danzare comunque ha però reso un inferno le notti del weekend ai residenti che hanno l’unica colpa di avere una casa che si affaccia sull’area verde compresa fra Ripa di Porta Ticinese e via Argelati. Il livello di decibel dei party clandestini e del vociare dei presenti è tale da impedire a loro sistematicamente di prendere sonno la notte del fine settimana. È successo anche tra sabato e domenica appena trascorsi. Gli incontri dei ragazzi avvengono tra il pergolato al chiuso e le gradinate che fungono da cerniera fra l’area verde e la zona residenziale. Alle 22 abbiamo contato una trentina di giovani, all’apparenza anche minorenni: una campagnia "danzereccia" ballava - senza distanziamento né mascherine - con le hit della musica latino-americana mentre più avanti un gruppo più ristretto di giovanissimi era intento a bere e chiacchierare. Entrambi erano muniti di tutto l’occorrente - varie bottiglie di alcolici e bevande analcoliche - per preparare drink fai-da-te, con tavolino da campeggio e muretto quale surrogato del bancone. "Sono tornata casa alle 3 di notte stravolta per il lavoro e c’era ancora rumore oltre i limiti. Questi party iniziano dopo le 22, poi a un certo punto – non si sa se per effetto dell’alcol o di peggio – i partecipanti sembrano perdere la testa, i volumi delle casse si alzano assieme alle urla e ai cori da stadio.

Qualche volta hanno utilizzato persino i fuochi d’artificio. Chiamare le forze dell’ordine non è finora servito a nulla. Per riuscire a dormire ho dovuto acquistare le cuffie da saldatore: sono un po’ scomode da indossare ma almeno prendo sonno" racconta Nicoletta M., dipendente di un ristorante della zona e residente di uno stabile di Ripa di Porta Ticinese con affaccio sul parco. La moda delle feste notturne ha cominciato a diffondersi in primavera come alternativa illegale alle misure imposte dal coprifuoco ma non è più scomparsa anche dopo la fine delle restrizioni orarie a giugno. "Il problema è anche di sicurezza: ci sono stati furti con strappo di collanine e di cuffie di marca" spiega la residente che porta avanti una protesta sentita anche da altri inquilini vicino al parco, ormai sull’orlo di una crisi di nervi. Non è però questa la solita diatriba che si trascina da anni fra i vari "comitati" dei Navigli e i locali: "Se volessimo il silenzio assoluto non avremmo scelto di vivere in questo quartiere ma ci saremmo trasferiti fuori Milano. Noi non ce l’abbiamo con la movida dei locali con cui andiamo d’accordo ma con il proliferare di queste feste senza regole. Non siamo neppure favorevoli all’ipotesi dei cancelli sul modello del parco di piazza Vetra. Al Municipio 6 ci hanno detto che l’ipotesi sarebbe economicamente difficile da percorrere. Ma soprattutto pensiamo che sarebbe una sconfitta", dice Nicoletta. Un’opinione condivisa anche da Ivan Raviele, titolare del chiosco Sugar di Ripa di Porta Ticinese: "Non servono le transenne. Basterebbero più controlli per tenere lontano il caos" sentenzia.

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