Disavventura aerea per la Filarmonica ad Amburgo

Reduci da un concerto i professori d’orchestra sono rimasti a terra "Qui non si vola dopo le 23"

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"Scusate, l’aeroporto alle 23 chiude e quindi non ci fanno decollare. Dovete quindi scendere dall’aereo": è questo quello che i musicisti della Filarmonica della Scala, reduci dall’ultimo concerto della loro tournée primaverile, si sono sentiti dire dal personale del volo charter che mercoledì avrebbe dovuto riportarli a Milano da Amburgo. L’ensemble diretta da Riccardo Chailly si è esibita alla Elbphilharmonie alle 18.30: terminati i lunghi applausi, i professori d’orchestra sono corsi a prendere i pullman per l’aeroporto, dove sono arrivati poco dopo le 21. Lunghi i controlli di sicurezza nello scalo, anche ai singoli strumenti. Per questo, l’orario di partenza dalle previste 22 è slittato. Poi, con la Filarmonica seduta da tempo, è arrivato l’annuncio. Siccome l’aeroporto è in una zona abitata, dalle 23 fino alle 6 vige una no fly zone: nessun aereo può decollare o atterrare. Tempo per riavere i bagagli che erano già sul volo, l’orchestra è dovuta rimanere a lungo nello scalo ormai chiuso, senza nemmeno un bar aperto. Una volta trovato (con fatica) un albergo per la notte, il gruppo è tornato in città, per poi ripartire ieri mattina. Con un ulteriore ritardo.

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