Disastro ferroviario di Pioltello, altri tecnici nel mirino

Milano, 2 febbraio 2019b - Potrebbe allargarsi l’inchiesta giudiziaria per il disastro di Pioltello. Nell’incidente ferroviario del 25 gennaio 2018, per il deragliamento di un treno nei pressi della stazione di Pioltello morirono tre persone e una cinquantina rimasero ferite. Nei giorni scorsi i pm che coordinano le indagini con il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano, hanno chiesto e ottenuto da Rete ferroviaria italiana (Rfi) l’organigramma del proprio settore manutenzione circa la tratta interessata dall’incidente.

Proprio sulle condizioni delle rotaie nel punto in cui è stato trovato il giunto usurato, con tanto di zeppa “tampone” in legno piazzata sotto - quello che si frantumò perdendo un pezzo di 23 centimetri - si sono concentrate fin dall’inizio le attenzioni degli investigatori per capire se siano state rispettate le procedure dei controllo, la loro cronologia, se si sia tenuta una corretta programmazione dei lavori e se dopo i controlli del treno diagnostico e quelli visivi, siano stati effettuati interventi sufficienti o meno.

GIÀ nella consulenza relativa agli accertamenti irripetibili depositata lo scorso dicembre, in realtà, gli ingegneri incaricati dai pm Roberto Lucani e Fabrizio D’Errico avevano evidenziato una serie di «anomalie» come la «presenza di usura», scollamenti, una «scarsa rincalzatura» e la «mancanza di attacchi elastici» sulla «sede ferroviaria nel tratto di binario compreso tra il km 13 e il km 11» sulla linea Milano-Venezia. Al momento sotto inchiesta per disastro ferroviario colposo e omicidio colposo plurimo per la morte delle tre donne ci sono due manager e quattro tecnici di Rfi e due manager di Trenord.