Disastro ferroviario di Pioltello, la rabbia non smette di gridare

A un anno dal deragliamento che falciò tre vite e ferì 50 persone. La cerimonia dei pendolari e lo sconforto: "Dateci sicurezza"

I resti della terza carrozza del treno di Pioltello

I resti della terza carrozza del treno di Pioltello

Pioltello (Milano), 25 gennaio 2019 - Un treno che come ogni mattina porta a Milano il suo carico di passeggeri: circa 300, lavoratori, studenti. È il treno 10452 partito alle 5.32 da Cremona, destinazione Porta Garibaldi. La linea è la Cremona-Treviglio-Milano. È un’alba umida, uguale a tante altre. Seggiano, frazione di Pioltello. Si rompe un pezzo di binario di 23 centimetri. L’allarme per il “punto zero”, quel giunto usurato che si spezza facendo uscire il treno dai binari, è scattato da tempo. Ma nessuno è intervenuto.

Il treno deraglia. Il terzo vagone abbatte due pali, sradicandone i basamenti, resta adagiato su un terzo, accartocciato con un angolo di 90° gradi rispetto al resto del convoglio. In un parallelepipedo di 40 tonnellate restano imprigionate tante vite. Perdono la loro Ida Milanesi, Alessandra Giuseppina Pirri e Pierangela Tadini. I feriti sono cinquanta, anche gravi. Per l’equilibrio di alcuni la tragedia è devastante al punto che per mesi non riescono a salire su un treno. Oggi, un anno, dopo, il giorno del ricordo. Ma non solo. Perché sono in molti a chiedersi cosa è cambiato i termini di sicurezza, regolarità, tranquillità del viaggiare (e del vivere) quotidiano. I sindaci dell’asta Cremona-Treviglio e il Comitato pendolari cremaschi viaggeranno sullo regionale delle 5.32 da Cremona per Milano, salendo nelle varie stazioni per scendere a Pioltello dove verrà effettuata una fermata straordinaria. Qui si terrà la commemorazione. I comitati della Lombardia si sono mobilitati. Hanno chiesto a quanti non saranno su quel treno un segno di ricordo, di partecipazione. È stato creato un badge grafico, da utilizzare sui social come immagine di profilo per la giornata, da stampare e appuntare alla giacca, da mostrare al capotreno al momento del controllo di abbonamenti e biglietti: «Un sostegno importante – scrivono –, perché tutti i pendolari della Lombardia vivono una condizione non dignitosa. È una richiesta forte ancora una volta alla Regione Lombardia, a Trenord, a Rfi per mettere al centro la sicurezza e la qualità del viaggio. Riteniamo che troppo spesso i problemi dei pendolari non siano percepiti. Invece è fondamentale che le politiche del trasporto pubblico siano al centro degli interessi delle comunità. Sostituire i treni con i bus non è una soluzione».

La linea della tragedia è quella dei pendolari di Crema. «Un anno dopo - dice Mary Scartabellati, di Offanengo, psicologa, pendolare con Milano dal 1991 –, è triste dirlo, non è cambiato niente. Triste soprattutto pensando alle tre vittime e tutte le persone che portano su di sé i segni della tragedia, non solo quelli fisici. Se si guarda a questi mesi, dobbiamo registrare continui disagi». «Noi abbiamo sempre chiesto – si accora Alberto Scaravaggi, del Comitato Pendolari Cremaschi – più puntualità, più sicurezza e treni nuovi. In particolare sulla Cremona-Crema-Treviglio-Milano è arrivato il momento di attuare il collegamento diretto senza più rotture di carico a Treviglio. In questo anno i disagi sono stati moltissimi. i ritardi e le soppressioni non si contano». «Gli ultimi mesi del 2018 – rincara Filippo Carlo Pavesi – sono stati disastrosi». Lagnanze e preoccupazioni fanno da volano a quelle dei pendolari di altre linee. «Sulla linea Milano-Brescia-Verona - è il rilievo di Massimo Lazzarini - il problema principale è l’inaffidabilità del servizio in termini di puntualità, sovraffollamento, comfort. Dopo Pioltello è stato peggio».

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