Disastro ferroviario di Pioltello, un anno dopo ancora tanta paura

Viaggio tra i pendolari nella stazione della tragedia: "Non ci sentiamo sicuri"

Pendolari alla stazione di Pioltello (Canali)

Pendolari alla stazione di Pioltello (Canali)

Pioltello (Milano), 25 gennaio 2019 - Nessuno dimentica. A un anno dal tragico deragliamento ferroviario, questa mattina Pioltello ricorderà le tre vittime del 25 gennaio 2018 e i tanti feriti (46) con una cerimonia ufficiale alla stazione. La commemorazione inizierà alle 6.45, pochi minuti dopo si fermerà in stazione anche il treno regionale numero 10452, lo stesso che in quella tragica mattina aveva a bordo 350 pendolarii. E sulla banchina del binario 1 arriveranno le autorità, tra i più attesi il ministro alle Infrastrutture Danilo Toninelli.

Dal giorno dopo, tutto tornerà alla normalità, con gli stessi disagi e timori degli ultimi dodici mesi. «La paura è rimasta, ma facciamo finta di non pensarci perché altrimenti non riusciremmo più a prendere il treno. E per lavoro siamo costretti a farlo», racconta Gianluca Bianchi. «All’inizio viaggiavamo con il cuore in gola, c’era tanta angoscia – conferma Maria Ostros -. Poi per sopravvivere ci siamo abituati a non pensarci: noi pendolari non possiamo scegliere, siamo tutti costretti a muoverci in treno per raggiungere il posto di lavoro. Ma è terribile vivere così». E non è l’unica a pensarla così. «È passato un anno, ma la situazione non è migliorata – le fa eco Marcella Medici –. Ogni giorno parto da Bergamo in treno, faccio tappa a Pioltello e arrivo a Milano, e posso testimoniare che i disagi sono quotidiani. Quella di Pioltello è una stazione depressa, qui è tutto brutto e non ci sono servizi per noi pendolari che facciamo toccata e fuga: sui binari non c’è nemmeno un distributore automatico di acqua o caffè, come invece avviene altrove. E il sottopasso è terribile, sembra un cantiere in costruzione».

Il ricordo dell’incidente è ancora forte. «Ci sono situazioni che fanno paura, chi non conosce la routine ferroviaria non può capire – aggiunge Antonella Momone -. Un esempio? Quando i treni escono da questa stazione, c’è sempre uno scatto sui binari e se non si è pronti si rischia di cadere per terra. Se i lavorio di riqualificazione sono stati fatti, non lo sappiamo perché qui sui binari è tutto come prima». Anzi, non tutto. Quando il treno è sfrecciato senza controllo, ha divelto delle barre di protezione che servono a colmare il vuoto tra la banchina e il predellino del treno: «Non è più stata rimessa a posto, il vuoto c’è ancora». Troppi disagi anche per Michela Catania e Martina Caricato: «A volte sentiamo dei rumori strani lungo i binari – dicono – e se non te lo aspetti scatta subito l’ansia. Molti sono i disagi, i treni accumulano ritardi anche di mezz’ora».

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