Milano, disabile vince in Tribunale: "Il licenziamento è nullo"

Ha perso il posto nelle cucine della Rsa dopo un anno di malattia Il giudice “allarga“ il concetto di invalidità: subì discriminazione indiretta

Una ragazza disabile

Una ragazza disabile

Milano - Dopo un anno di malattia, dovuta a gravi problemi alle gambe che rendevano impossibile lavorare tutto il giorno in piedi, nella cucina della Rsa, era scattato il licenziamento. La donna, assistita dalla Cisl milanese, ha dato battaglia conto il provvedimento e ha vinto il primo round. Il Tribunale del Lavoro di Milano ha ordinato infatti alla struttura assistenziale di reintegrarla, e di versare un "congruo risarcimento", con una sentenza che sulla base della giurisprudenza europea “allarga“ il concetto di disabilità.

«Questi casi sono sempre più diffusi – spiega l’avvocato Silvia Balestro, legale della donna – e con la Cisl stiamo coltivando altri ricorsi analoghi a Milano. I Tribunali italiani si stanno sempre di più uniformando all’Europa, e questo costituisce una maggiore tutela per chi soffre di malattie invalidanti". Il Tribunale del lavoro di Milano ha accertato infatti, accogliendo la tesi del sindacato, "l’esistenza di una discriminazione indiretta per disabilità".

Il giudice ha ritenuto che il licenziamento risulta comminato a causa della condizione di disabilità della lavoratrice, seppur non ancora accertata da una commissione. E ha richiamato la giurisprudenza della Corte di Giustizia europea che ha più volte espresso il concetto secondo cui "rispetto ad un lavoratore non disabile un lavoratore disabile è esposto al rischio ulteriore di una malattia collegata al suo handicap", pertanto "corre un rischio maggiore di accumulare giorni di assenza per malattia" e di superare quindi il limite fissato nei contratti oltre il quale le aziende possono far scattare il licenziamento, come è successo nella Rsa. La donna, una sessantenne che ha lavorato per anni nella struttura, nel frattempo ha ottenuto il riconoscimento della condizione di disabilità da parte della commissione competente. Ma il reintegro non è ancora avvenuto perché la Rsa, che ha sostenuto la legittimità del licenziamento, ha presentato ricorso contro la sentenza nel procedimento con il “rito Fornero“: la lavoratrice, quindi, in attesa dei prossimi gradi del giudizio resta a casa senza stipendio.

 

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