Musei nel caos, Bradburne a rischio. Sala: preoccupato per nuovi ricorsi

Il direttore della Pinacoteca di Brera: "Continuo con il mio lavoro"

James Bradburne, direttore della Pinacoteca di Brera

James Bradburne, direttore della Pinacoteca di Brera

Milano, 26 maggio 2017 - La sentenza del Tar del Lazio contro le nomine governative di direttori stranieri nei grandi musei italiani potrebbe avere conseguenze anche a Milano. Certo, il direttore generale della Pinacoteca di Brera James Bradburne, museologo canadese naturalizzato britannico sbarcato nel capoluogo lombardo nel luglio del 2015, non è tra i cinque direttori bocciati dai giudici amministrativi, tra cui, in Lombardia, Peter Assmann, direttore del Palazzo Ducale di Mantova. Un ricorso contro Bradburne, però, potrebbe metterne a rischio la posizione.

Lui, il direttore di Brera, tira dritto: «Se ho saputo qualcosa dal Governo? Solo che dobbiamo continuare a lavorare». Eppure una certa preoccupazione c’è, nei vertici istituzionali milanesi, intorno alla posizione di Bradburne. Il sindaco Giuseppe Sala, interpellato sul tema, non la nasconde: «L’ipotesi di nuovi ricorsi? Se così fosse, certo che sarei preoccupato. Perché Bradburne sta facendo un egregio lavoro e dover ricominciare da capo mi sembrerebbe una cosa sbagliata». Il sindaco, poi, allarga al discorso alla sentenza che ha azzerato la nomina dei cinque direttori: «Occuparsi di cose pubbliche in Italia è veramente difficile, sembra che ogni cosa sia scritta sulla sabbia. Bisognerebbe anche guardare i risultati che ha ottenuto Franceschini: in tre anni i visitatori nei grandi musei sono aumentati del 20 per cento».

Milano, oltretutto, ha appena vissuto un caso contrario rispetto a quello sollevato dal Tar laziale. La dirigente comunale per il Marketing territoriale Claudia Ferrazzi, che ha fatto parte della commissione che ha valutato le nomine dei direttori dei musei, è stata chiamata dal neopresidente della Repubblica francese Emmanuel Macron a far parte della sua cerchia ristretta di consiglieri. Addio a Milano per la Ferrazzi. Sala commenta: «Da un certo punto di vista mi dispiace, perché ci avevamo investito e dobbiamo ricominciare da capo, dall’altro vuol dire che avevamo fatto una buona scelta. Ho parlato con Claudia: Macron avrà intorno a sé un gruppo ristretto di consiglieri. Ne avrà uno per la cultura, che è la Ferrazzi. Sono sicuro che tornando in Francia si ricorderà del buon rapporto che ha con Milano e che questo sarà di qualche utilità per la città».

Sul caso Tar-musei, intanto, scende in campo anche l’assessore comunale alla Cultura Filippo Del Corno: «Siamo di fronte all’ennesima assurdità generata da una concezione della giustizia amministrativa che vuole bloccare qualsiasi processo di riforma. La riforma Franceschini ha avuto il grande merito di aprire una nuova stagione per i musei. Fare ripartire la riforma dal punto di partenza, come se fosse il gioco dell’oca, mi sembra assurdo, così come mi colpisce che cittadini comunitari siano considerati stranieri. Mi auguro che il Consiglio di Stato certifichi la correttezza dell’operato del Governo. Bradburne? Ha avuto un approccio positivo sulla Pinacoteca di Brera».

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