Milano, dimenticò un pezzo di spirale: medico risarcisce

Quando rimosse l’anticoncezionale, ne lasciò un frammento nell’addome della donna. Citato a giudizio per colpa grave e falso certificato

medico (archivio)

medico (archivio)

Milano, 27 febbraio 2022 - Ginecologo esperto, con studio in corso Vercelli. Ma almeno in un’occasione, decisamente distratto: dovendo rimuovere una spirale intrauterina, ne ha dimenticato nell’addome di una donna un pezzetto di tre centimetri. E’ finito a processo per lesioni gravi, ma se l’è cavata risarcendo i danni. La vicenda, abbastanza singolare, prese il via nel 2016. La paziente si era rivolta a quel medico esperto, C.M., all’epoca 52enne, del quale evidentemente si fidava. Solo che dopo la rimozione dell’attrezzo, cominciò a soffrire di dolori addominali intermittenti, fastidi pelvici, disturbi gastrointestinali, perdite di sangue e ricorrenti infezioni vaginali.

Seguirono cure, saltuari controlli, visite specialistiche con altri ginecologi in diversi ospedali, dal Policlinico al Niguarda al Sacco. Niente da fare fino a che, fortunatamente, nel giugno 2020 un’ecografia addominale fatta bene svelò l’arcano. Il dottor M. che aveva rimosso la spirale quattro anni prima, nonostante avesse sottoscritto all’epoca il referto di una rimozione completa, in realtà non si era proprio accorto che un pezzetto dell’anticoncezionale, in realtà ben tre centimetri di ingombro, era rimasto nell’utero della poveretta.

Fra l’altro, la "negligenza ed imprudenza" che sono state contestate al dottore, riguardano anche la fase post-operatoria. Perché né con l’ecografia successiva, né con l’osservazione diretta dell’oggetto che aveva appena rimosso, il ginecologo si rese conto dell’errore compiuto.Inutile aggiungere che per quasi quattro anni, insomma, la qualità di vita della paziente aveva subito un deciso peggioramento tanto da costituire tecnicamente, nei confronti del dottor M., il reato di lesioni colpose gravi.

Per di più, la donna aveva anche avuto la sfortuna di non sospettare che qualcosa fosse andato storto, dal momento che certi disturbi come quelli di cui soffriva erano in realtà analoghi a quelli patiti anni prima subito dopo l’inserimento della spirale. E questo contribuì a non rendere facile la scoperta di quanto avvenuto. Al dottor M. il pm Maria Letizia Mocciaro aveva contestato anche il falso ideologico, dal momento che nel certificato medico sottoscritto attestava la rimozione completa della spirale. Da questa accusa, però, il ginecologo è stato assolto per mancanza di dolo. In pratica, secondo i giudici, non aveva avuto alcuna intenzione di sottoscrivere una certificazione non vera. Semplicemente (si fa pr dire) non s’era proprio reso conto dell’errore commesso e pensava di aver completato con successo la rimozione dello strumento anticoncezionale.

Quanto ai danni provocati dalla sua "imperizia" alla donna che aveva vissuto per quattro anni con quel frammento di attrezzo nell’addome, imputato e parte lesa devono aver raggiunto un accordo sull’entità del risarcimento economico a favore della vittima, visto che la paziente, prima che il processo cominciasse, ha revocato la sua querela.  mario.consani@ilgiorno.net

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