Dieci anni fra libri gialli e denunce sociali

Il sangiulianese Gino Marchitelli, ideatore del festival letterario Maggio in Giallo, usa la letteratura di genere per indagare temi impegnati

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di Alessandra Zanardi

Dieci anni da giallista, e dietro alle trame da brivido si nascondono risvolti di denuncia sociale. Dal suo primo romanzo, Morte nel trullo, pubblicato nel 2012, fino all’ultimo libro, In viaggio con il morto, uscito lo scorso novembre, il sangiulianese Gino Marchitelli, elettricista con la passione per i thriller, presidente dell’associazione culturale Il Picchio, ideatore del festival letterario Maggio in Giallo e impegnato in politica come referente locale di Rifondazione comunista, ha usato la letteratura di genere per indagare temi impegnati e di denuncia civile. La pedofilia, le infiltrazioni mafiose nell’edilizia, le condizioni degli operai sulle piattaforme petrolifere sono solo alcuni degli scenari che fanno da sfondo alle sue trame, pensate non solo per creare suspance, ma anche per spingere a una riflessione. Con l’ultima pubblicazione Marchitelli apre una finestra sul mondo del sottoproletariato, "una classe sociale, alla quale la politica non è stata capace di dare risposte adeguate", dice.

Il Sud Milano, ma anche la Puglia, sua terra d’origine, o il quartiere milanese di Lambrate, dov’è cresciuto: il giallista pesca tra i suoi ricordi e le sue conoscenze geografiche per creare ambientazioni, dove tessere intrighi e ideare personaggi. E il crowdfunding? "Molti dei miei libri sono prodotti così, con questa forma di partecipazione popolare alla cultura - racconta -. Un aiuto economico, certo, ma anche un modo per condividere idee e progetti con lettori e appassionati". Il suo esordio come giallista è avvenuto quasi per caso. "Stavo attraversando un periodo difficile dal punto di vista personale e avevo bisogno di gratificazioni - ricorda a proposito di Morte nel trullo -. Quel libro ha contribuito a risollevarmi, mi ha dato la possibilità di trasporre metaforicamente alcune situazioni che stavo vivendo. Una specie di catarsi". Da allora lo scrittore non si è mai fermato, dando alle stampe anche un racconto per bambini (Ben, Tondo e Gatto Peppone) e opere di taglio storico, come Il Barbiere zoppo. Anche in Panico a Milano (2020) dietro all’intreccio del giallo si nasconde un retroterra storico, coi rimandi ad un crimine commesso dai nazi-fascisti, sul lago Maggiore, nel Ancora. In qualità di timoniere del Picchio, Marchitelli è ideatore di Maggio in Giallo, un festival del thriller che ogni anno richiama a San Giuliano scrittori da ogni parte d’Italia e un pubblico di appassionati. Una formula che già da diversi anni è stata esportata in Puglia, con la rassegna Salento in noir, e ora anche sul lago Maggiore, con il ciclo È stato il maggiordomo. "Un insieme di autori ormai fidelizzati, il cui rapporto con la nostra associazione si è consolidato ed è cresciuto nel tempo: è questo che rende il modello di San Giuliano replicabile in altre località".

Intanto, anche sull’onda di alcune serie televisive, l’interesse per i libri "gialli" si conferma in crescita tra i lettori.

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