"Derivati Mps, condanne da confermare per tutti"

La requisitoria del pg al processo d’appello: "Tenere conto del dolo e dei danni". Lievi sconti di pena: chiesti 6 anni e 4 mesi per Mussari, 6 anni per Vigni

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Una requisitoria lunga oltre 750 pagine, date ovviamente per lette in aula, con tutto l’elenco della sentenza di primo grado, delle memorie delle difese, delle parti civili e delle richieste di incompatibilità territoriale. Poi le conclusioni, dure, del sostituto procuratore generale Gemma Gualdi: nel processo di appello a Milano per i derivati Mps Alexandria e Santorini, con accuse di manipolazione dei mercati, false comunicazioni sociali e falso in prospetto, la procura ha chiesto di condannare tutti gli imputati, con un lieve sconto di pena per la via della prescrizione di alcuni reati. Le condanne più pesanti per gli ex vertici Mps, Giuseppe Mussari e Antonio Vigni, con richieste rispettivamente a 6 anni e 4 mesi e a 6 anni. Il sostituto procuratore generale Gemma Gualdi nel concludere la sua requisitoria ha chiesto alla Corte d’appello di "tenere conto dell’intensità del dolo e della gravità dei danni prodotti".

Il processo d’appello vede 13 imputati, tra ex vertici e manager Mps, alti dirigenti di Deutsche Bank e Nomura, e le tre società coinvolte, compresa la banca. I reati alla base delle condanne in primo grado (7 anni e 6 mesi a Mussari, 3 mesi in meno per Vigni, gli altri da 5 anni e mezzo a 3 e mezzo), riguardano le irregolarità commesse tramite Alexandria, Santorini, Chianti Classico e Fresh per coprire le perdite derivate dall’acquisizione di Banca Antonveneta, e sono false comunicazioni sociali e falso in prospetto (prescritti o vicini alla prescrizione), manipolazione del mercato, ostacolo alle attività degli organi di vigilanza (in via di prescrizione).

Il pg ha ricordato che nessuno ha "aderito al mio invito di un concordato in appello", ossia un patteggiamento, cosa che avrebbe consentito di avere una pena "più favorevole". Quindi ha proposto, oltre alle condanne leggermente ridotte per tutti, anche una lieve riduzione delle sanzioni pecuniarie inflitte in primo grado agli enti (3 milioni di euro l’istituto tedesco e 3 milioni e 450 mila quello nipponico) in quanto hanno già risarcito 245 milioni di euro. Chiesta invece la conferma della confisca disposta dal Tribunale con la sentenza del novembre 2019 nei confronti delle tre persone giuridiche per un totale di circa 150 milioni. Oltre ai 6 anni e 4 mesi e i 6 anni per Mussari e Vigni le richieste sono state: 4 anni e 6 mesi per Daniele Pirondini, 4 anni per Gian Luca Baldassarri e 3 anni per Marco Di Santo, ex manager di Mps; 4 anni e 3 mesi per Ivor Scott Dunbar, Michele Foresti e Michele Faissola, ex dirigenti di Deutsche Bank, e 3 anni per Matteo Angelo Vaghi e Dario Schiraldi, sempre ex Db. Stessa pena per Marco Veroni, ex di Deutsche Bank, a cui si aggiungono i 4 anni per Sadeq Sayeed e uno in meno per Raffaele Ricci, entrambi ex di Nomura.

Ora la parola passa alle parti civili che proseguiranno il 31 gennaio.

P.D.B.

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