Denunciò la Rsa, da 10 mesi senza lavoro

Diop, ex operatore sanitario al Don Gnocchi, ha lasciato l’Italia. Ricorso contro il licenziamento, sfuma l’accordo

Cheickna Hamala Diop

Cheickna Hamala Diop

Milano, 18 febbraio 2021 -  La decisione di denunciare i contagi nella Residenza sanitaria per anziani dove lavorava, firmando assieme a una quindicina di altri colleghi l’esposto che ha fatto scattare l’indagine della Procura di Milano, non gli ha portato fortuna. Cheickna Hamala Diop, ex dipendente dalla cooperativa Ampast che opera all’Istituto Palazzolo Fondazione Don Carlo Gnocchi, è senza lavoro dallo scorso 4 maggio, quando ha ricevuto la lettera di licenziamento. Da allora solo porte chiuse per l’operatore sanitario che ha deciso di non rimanere in silenzio, e ora ha scelto di lasciare l’Italia e trasferirsi a Parigi da alcuni parenti. "Senza dubbio tutta questa vicenda lo ho danneggiato anche dal punto di vista professionale", spiega l’avvocato Romolo Reboa, che lo assiste assieme ai colleghi Roberta Verginelli, Gabriele Germano e Massimo Reboa.

Diop ha impugnato il licenziamento e ieri, nell’udienza davanti al giudice del Tribunale del Lavoro di Milano Camilla Stefanizzi, è sfumata l’ipotesi di un accordo extragiudiziale per chiudere il contenzioso. Si attende quindi la decisione del giudice, che ha preso tempo per esprimersi sull’eventuale reintegro nella cooperativa, assistita dall’avvocato Giuseppe Macrì. Diop, 25 anni, è rimasto a sua volta contagiato la scorsa primavera quando era appena scoppiata la pandemia, e il virus dilagava incontrollato nelle case di riposo per anziani. L’avvocato Romolo Reboa ha sottolineato che "il lavoratore è stato licenziato dopo aver contratto il Covid sul posto di lavoro ed aver denunciato, insieme ad altri colleghi, presunte irregolarità nella gestione dell’emergenza coronavirus all’interno della struttura". E ancora che la "motivazione del licenziamento fu che la Fondazione Don Gnocchi aveva esercitato il diritto di non gradimento nei confronti della cooperativa, ritenendo la presenza di alcuni dei loro lavoratori all’interno della struttura incompatibile e inopportuna anche alla luce della loro presenza sui media". A proposito dell’inchiesta della Procura di Milano, che ha messo sotto la lente anche altre Rsa, la Fondazione Don Gnocchi ha sempre ribadito che è stata adottata "la massima cautela possibile, attuando le procedure e le misure precauzionali definite da Iss e Oms, anche quelle riguardanti" i dispositivi di protezione. Diop non è l’unico lavoratore che ha subito conseguenze per la scelta di denunciare, e sono in corso altre cause davanti al Tribunale del Lavoro che devono ancora arrivare a sentenza.

Sul fronte dell’inchiesta, la Procura di Milano lo scorso gennaio aveva chiesto e ottenuto la proroga dell’indagine sulla gestione dell’emergenza Covid all’Istituto Palazzolo-Don Gnocchi di Milano. Nell’inchiesta coordinata dal pm Maria Letizia Mocciaro è atteso il deposito di una consulenza ‘pilota’ disposta però nell’ambito del fascicolo che riguarda il Pio Albergo Trivulzio e affidata a un pool di esperti virologi e medici specialisti incaricati di verificare se le condotte tenute nei confronti dei pazienti ospiti sono state adeguate.  

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