Milano, la denuncia di un papà: "Mio figlio picchiato nella casa vacanze del Comune"

Ma da Palazzo Marino assicurano: nessun intervento medico

La denuncia di papà: mio figlio bullizzato

La denuncia di papà: mio figlio bullizzato

"Andrò a prendere mio figlio per riportarlo a casa oggi stesso, se non sarò certo che la situazione sia sotto controllo e che non sia in pericolo". A rivolgersi al Giorno è Francesco, papà di due ragazzini di 8 e 10 anni che frequentano la Casa vacanze del Comune di Milano a Ghiffa, nel Verbano-Cusio-Ossola, sulla sponda occidentale piemontese del lago Maggiore. Il problema riguarda il figlio più piccolo "che mi ha riferito al telefono di essere stato colpito con pugni e calci in faccia da ragazzini ucraini “difficili“, più grandi di lui, che non parlano italiano e che in un’occasione gli avrebbero scagliato addosso una pietra. Oggi (ieri, ndr), durante la telefonata quotidiana tra le 14 e le 15, mi ha detto di essere finito un’altra volta in infermeria. L’ho saputo da lui e non dagli educatori. E già non ho apprezzato non ci sia stata comunicazione. Poi un’educatrice, mi ha riferito di essere in difficoltà per la situazione, che comunque è tesa". Allora il papà ha subito scritto al Comune per segnalare l’accaduto e manifestare la sua preoccupazione. Gli uffici si sono subito attivati, riscontrando però una situazione diversa. "Le educatrici sul posto hanno confermato che i due bimbi non vanno d’accordo ma che nessuno dei due ha avuto problemi che hanno richiesto cure mediche".

Il papà aggiunge che "il primogenito, invece, è contento dell’esperienza. Ma non sono tranquillo. Non me la sento di lasciare i miei ragazzi in quella Casa vacanza se non sono certo che stiano entrambi bene. Per questo sto pensando di riportarli a Milano". Quattro giorni prima del tempo. Perché il rientro è previsto venerdì, dopo due settimane di permanenza. "Sono preoccupato perché mio figlio mi ha detto di aver ricevuto anche un calcio sull’occhio". Il papà si chiede anche "se i ragazzini ucraini, lì per un progetto di solidarietà, siano seguiti adeguatamente: c’è personale dedicato? A me fa piacere che ci sia conoscenza reciproca e che i ragazzi facciano amicizia. Ma se la vacanza diventa un incubo, con tanto di atti violenti nei confronti di chi è più piccolo, allora non va bene". Dall’assessorato all’Educazione precisano che "subito dopo la mail arrivata dal papà, le educatrici si sono attivate per verificare quanto da lui descritto, oltre a confrontarsi con gli uffici del settore educazione per gestire al meglio la situazione". Come evidenziato prima, "le educatrici sul posto hanno confermato che i due bimbi non vanno d’accordo ma che nessuno dei due ha avuto bisogno di cure mediche". Non solo: "Stanno lavorando insieme all’intero gruppo per cercare di rendere il clima sereno".

 

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