Buccinasco, il dentista piromane aveva pianificato tutto: "Indole pericolosa"

Palestra incendiata, per depistare le indagini aveva tentato di dare fuoco con la complice a uno studio di pilates. I pompieri hanno evitato una strage

La palestra distrutta nel rogo

La palestra distrutta nel rogo

Buccinasco (Milano), 2 luglio 2021 – “Spietata indole delinquenziale, con una capacità di manipolare le vittime per indurle a una falsa ricostruzione della dinamica. Asociale e cinico, indifferente ai rischi che avrebbe provocato per l’incolumità pubblica”. Nell’ordinanza che ha disposto la reclusione in carcere, firmata dal gip Stefania Donadeo, il 66enne Gian Lauro Bianchi, nato a Crema, residente ad Assago e con studio dentistico a Buccinasco, viene descritto come un soggetto pericoloso. Non solo perché è riuscito ad appiccare il fuoco alla palestra FitBoutique di via degli Alpini, proprio al piano di sotto del suo studio dentistico, ma soprattutto perché ha ignorato, pur essendone consapevole, le “gravissime potenziali conseguenze”, come hanno scritto i vigili del fuoco intervenuti la sera del28 maggio, quando le fiamme hanno divorato la palestra.

Solo l’intervento dei pompieri ha evitato la strage: il dentista ha versato il liquido infiammabile negli alloggi dei tubi del gas. Questione di istanti e le fiamme avrebbero piegato le condutture e provocato una fuoriuscita di gas, per poi far esplodere l’intera struttura. Un edificio su due piani, con sotto negozi, parrucchiere, bar (quella sera c’erano ancora clienti seduti ai tavolini fuori) e sopra studi, tra cui quello del dentista piromane. Dalle carte delle indagini è chiarissimo: il dentista ha agito “meticolosamente, pianificando tutto”.

A partire dalla vernice bianca usata per oscurare la telecamera della palestra. Ma il dentista non si è accorto che a riprendere ogni istante del folle gesto c’erano le telecamere del Comune di Buccinasco, dove si vede chiaramente mentre versa, per mezz’ora, ripetutamente, il liquido infiammabile, aggancia una miccia a lunga combustione, per avere il tempo di scappare, e accende l’innesco. Poi, le fiamme alte divorano la palestra di Gianluca Conti e Chiara Graglia, i due trentenni che l’hanno comprata all’asta un paio di anni fa.

La pericolosità di Bianchi viene sottolineata anche per un altro importante dettaglio che ben inquadra la personalità del dentista: il 27 giugno ha tentato di dare fuoco allo studio di pilates, situato proprio di fianco al suo, gestito da una professionista con cui aveva un’altra relazione sentimentale. Nessun movente passionale: il motivo è da ricondurre al tentativo di sviare le indagini: il prossimo incendio, con ogni probabilità, l’avrebbe appiccato al suo studio. Ha versato la benzina, poi ha siliconato la fessura dalla porta al pavimento, per non far uscire fiamme e fumi. Ma proprio il troppo silicone ha spento la fiamma prima che potesse provocare un altro incendio.

Non ha agito da solo: in entrambi gli episodi era con lui la complice, l’amante Giovanna Vai, 64 anni, nata a Corsico e residente a Buccinasco, immortalata dagli occhi elettronici insieme a lui la sera del rogo alla palestra e mentre riempie una tanica di benzina al distributore lì vicino. L’indole pericolosa del dentisa è evidenziata dalle carte dell’indagine anche per un altro aspetto: ha cercato di depistare, inquinare, convincere che era stato un presunto “ragazzo con uno zaino” ad appiccare fuoco.

Le indagini dei carabinieri della Compagnia di Corsico, guidati dal maggiore Domenico La Padula e dal tenente Armando Laviola, sono state serrate e hanno impedito che il piromane agisse un’altra volta, magari con conseguenze ben più gravi. I due sono stati arrestati e portati in carcere con l’accusa di incendio doloso aggravato (dai motivi abietti e dal danno di rilevante entità) e di attentato alla sicurezza di un impianto di gas.

Perché l’hanno fatto? Il movente rimane ancora da chiarire. Alla base ci sarebbero motivi economici: i due avrebbero provocato l’incendio per deprezzare l’immobile e comprarlo. Indicativo l’interesse del dentista poche ore dopo il rogo: “Ora qui non potete più stare – diceva ai proprietari in lacrime –, è pericoloso. Quando vendete?”. 

 

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