Operaio scomparso a Rogoredo, pm: archiviare accusa contro datore lavoro

I pm hanno deciso di chiedere l'archiviazione perché non ci sono elementi che reggerebbero in un processo

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Milano, 19 dicembre 2019 - La Procura di Milano ha chiesto l'archiviazione dell'accusa di omicidio contestata a Daniele Carparelli, a capo col padre di un'azienda ortofrutticola e indagato per la scomparsa di Ibrahim Abdou Abdou Akl, detto Magdi, operaio 60enne egiziano che lavorava nella ditta e di cui dal 2 agosto 2017 si sono perse le tracce. Il corpo dell'uomo non  è mai stato trovato. Non ci sono elementi per portare a processo l'indagato e un'archiviazione potrebbe essere utile per riaprire le indagini in futuro.

"Non so nulla di quel che è accaduto nel capannone. Io quel pomeriggio me ne sono andato dall'ufficio alle sei", aveva spiegato Carparelli, quarantenne e difeso dall'avvocato Massimiliano Brio, a marzo del 2018, quando era stato interrogato dai pm Leonardo Lesti e Paolo Filippini,  titolari dell'inchiesta condotta dalla Squadra mobile. Secondo le indagini, prima di sparire nel nulla l'operaio quel giorno di agosto di due anni fa era rimasto al lavoro nella  ditta, in zona Corvetto a Milano, fino alle 19.30, orario in cui aveva firmato un atto. Oltre a lui, in base ai primi accertamenti, c'era anche Carparelli: i tabulati telefonici lo  avevano localizzato là fino alle 20.05. Dopo di che il suo telefonino era risultato spento e, infine, l'indagato alle 22 avrebbe fatto da casa una chiamata dal telefono fisso, altro elemento che aveva alimentato i sospetti su Carparelli. 

L'indagato aveva spiegato che il suo cellulare era malfunzionante al punto che aveva dovuto acquistarne uno nuovo il giorno dopo. E poi aveva affermato di non sapere quel che era accaduto nel capannone dove stavano i suoi dipendenti in quanto  il suo ufficio, che quel giorno avrebbe lasciato alle 18, era 'distaccato' in un'altra zona. Gli inquirenti ipotizzavano un omicidio dovuto a pesanti frizioni tra il datore di lavoro e l'egiziano: l'operaio voleva chiudere il rapporto di lavoro per tornare in Egitto dai suoi  familiari ottenendo 100mila euro di trattamento di fine rapporto. Somma che per l'imprenditore era troppo alta. Era  questo il movente ipotizzato inizialmente, un movente che, per la difesa, non stava in piedi poiché gli avvocati dei due stavano tentando di raggiungere un accordo su quel tfr. La difesa aveva contestato anche imprecisioni nella localizzazione  del telefono. I pm hanno deciso di chiedere l'archiviazione perché non ci sono elementi che reggerebbero in un processo. E se, poi, in futuro emergessero nuovi fatti una precedente archiviazione, a differenza di una sentenza di assoluzione, permetterebbe di chiedere la riapertura delle indagini.

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