Delitto Gucci, un'eredità di ricorsi per Patrizia Reggiani

Altra battaglia dell’ex moglie dopo la nomina dell’amministratore di sostegno

Patrizia Reggiani Gucci

Patrizia Reggiani Gucci

Milano, 24 maggio 2018 - «Ho appreso leggendo “Il Giorno” la notizia che per Patrizia era stato nominato un amministratore di sostegno. La mia assistita e io non avevamo ricevuto alcuna comunicazione in merito». Non le manda a dire e preannuncia battaglia l’avvocato Daniele Pizzi, legale di Patrizia Martinelli Reggiani. A fare da innesco la notizia che il giudice Ilaria Mazzei, della nona sezione civile, sezione tutele, ha nominato per la Reggiani un amministratore di sostegno per la gestione “straordinaria” del patrimonio. È stata quindi accolta la richiesta venuta da Silvana Barbieri, madre novantenne e convivente della donna condannata a 26 anni di reclusione come mandante dell’omicidio del marito Maurizio Gucci, lo stilista e imprenditore ucciso a Milano, con tre colpi di pistola, la mattina del 27 marzo del 1995, nell’atrio dei suoi uffici in via Palestro. Una richiesta avanzata in previsione che Patrizia Reggiani entrasse in futuro in possesso dell’eredità materna e potesse disporre del vitalizio che le era stato riconosciuto dall’ex marito. L’amministratore di sostegno scelto dal giudice è l’avvocato milanese Paola Lovati.

Avvocato Pizzi, e adesso? «Questa mattina, anche se sapevo che non sarebbe servito, ho presentato una istanza perché venisse differita l’udienza per il giuramento dell’amministratore di sostegno, dal momento che né io né la mia assistita avevamo ricevuto l’avviso. L’udienza era fissata alle 8.45, la notifica mi è arrivata due minuti dopo, alle 8.47».

Iniziative per l’immediato futuro? «Valuterò se presentare un reclamo alla Corte d’Appello, non solo sulle modalità ma anche nel merito del provvedimento».

Un reclamo fondato su quali contenuti?  «Nelle udienze davanti al giudice ho sostenuto una serie di cose per motivare l’opposizione all’amministrazione di sostegno richiesta dalla mamma di Patrizia. Primo, la signora Patrizia, a oggi, è nullatenente, visto che percepisce solo un assegno sociale di 400 euro al mese e non ha altri redditi. Secondo, ritenevo necessaria una stima del patrimonio che la signora dovrebbe ereditare dalla madre. Terzo, se amministrazione di sostegno doveva esserci, era importante che la scelta cadesse su una figura conosciuta da Patrizia, che godesse della sua fiducia. Questo senza nulla volere alla collega che è stata nominata e con cui m’incontrerò a breve per valutare insieme la situazione. Non è assolutamente un giudizio su di lei, tengo a precisarlo. Certo è che il provvedimento del giudice presenta più margini per un reclamo davanti ai giudici dell’Appello». 

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