Milano e provincia: decreto dignità, a casa sette precari su dieci

Nella Città metropolitana seimila posti a rischio. Il 30% ottiene l’assunzione, allarme per i meno qualificati

Luigi Di Maio

Luigi Di Maio

Milano, 1 novembre 2018 - Luci e tante ombre, lavoratori che si salvano e altri, i meno qualificati, che cadono nel baratro della disoccupazione. Ieri si è chiusa la fase transitoria del decreto dignità: da oggi è valido solo il nuovo regime, con la stretta sui contratti a termine voluta dal ministro del Lavoro Luigi Di Maio con l’obiettivo di contrastare il precariato. Da un primo bilancio degli effetti sul mondo del lavoro nella Città metropolitana, secondo le stime, sono circa 6.000 finora i contratti a termine tagliati. Secondo i dati della Cisl, il 30% dei precari viene stabilizzato (in molti casi passando attraverso le agenzie di lavoro interinale): fra questi il 10% ottiene il posto fisso per effetto del decreto dignità, mentre il 20% per dinamiche indipendenti dalle nuove norme. Il 70% dei precari, invece, subisce il turnover: vengono lasciati a casa e sostituiti con altri precari, soprattutto in aziende private ma anche in società partecipate da enti pubblici.

«È un dato drammatico - spiega Daniel Zanda, segretario generale Felsa Cisl Lombardia - anche perché il turnover colpisce principalmente personale meno qualificato e più facilmente sostituibile. Vengono assunti i dipendenti con una formazione più specifica, mentre in tanti restano indietro». In questo panorama si inserisce anche un problema di retroattività che fa sentire i suoi effetti soprattutto per chi è impiegato tramite agenzie interinali. «Se, facendo un esempio, una persona ha lavorato per un’azienda per 12 mesi dieci anni fa - sottolinea il sindacalista - quando nel 2018 viene ripresa dalla stessa ditta non riparte da zero: dal tetto massimo di 24 mesi per i rinnovi vanno scalati quei 12 mesi. Un fattore che di certo non va a vantaggio del lavoratore».

Anche il segretario generale della Cgil di Milano Massimo Bonini ha denunciato, durante il congresso del sindacato, il precariato selvaggio. «Diminuiscono i contratti a tempo indeterminato e aumentano quelli a termine - sottolinea - il maggiore costo previsto dalla legge Fornero o dal più recente decreto dignità non hanno invertito la tendenza». E il decreto dignità ha già fatto sentire i suoi effetti su Milano Ristorazione, partecipata di Palazzo Marino che gestisce le mense. Una parte delle “scodellatrici” non ha ottenuto il rinnovo del contratto all’inizio dell’anno scolastico: ora puntano all’assunzione partecipando ai bandi dell’azienda, facendo pesare il requisito dell’anzianità. Un fenomeno che riguarda anche servizi come il car sharing Enjoy: su trenta precari che si occupano della manutenzione delle auto, 23 hanno ottenuto l’indeterminato mentre sette sono stati lasciati a casa e sostituiti. Nel quadro si inserisce anche il problema del blocco delle assunzioni nella sanità pubblica. «Solo negli ospedali della Città metropolitana mancano 500 infermieri - denuncia Ciro Capuano, segretario della Uil Lombardia - oltre quattromila in tutta la Lombardia. Chiediamo un grande Piano Marshall del personale con risorse, assunzioni e stabilizzazione dei precari».

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