Daspo urbani, il Comune di Milano estende le aree a rischio

La Giunta applica il decreto Minniti-Salvini, dal verde alla movida

Beppe Sala

Beppe Sala

Milano, 23 luglio 2019 - Daspo urbano, avanti tutta. Dopo due anni di approfondimenti tecnici e di confronto con i nove Municipi, la Giunta comunale guidata dal sindaco Giuseppe Sala propone di applicare il decreto Minniti del 2017 riveduto e ampliato dal decreto Sicurezza del 2018 firmato dall’attuale ministro dell’Interno, il leghista Matteo Salvini, e punta a estendere le aree dove sarà possibile applicare gli ordini di allontanamento e i Daspo per spacciatori, borseggiatori, parcheggiatori e commercianti abusivi (in Stazione Centrale, ad esempio, i Daspo sono possibili già dal 2017). La delibera approvata ieri durante una seduta straordinaria dell’esecutivo di Palazzo Marino modifica il Regolamento di Polizia urbana con l’inserimento dell’art. 135 «Aree urbane ove opera l’ordine di allontanamento».

Il provvedimento, che prima di diventare esecutivo dovrà essere approvato dal Consiglio comunale, individua 11 aree dove applicare i Daspo: Centro Storico-Cerchia interna; Porta Venezia-corso Buenos Aires; ex Porto di Mare-via San Dionigi-via Fabio Massimo-via Sant’Arialdo; lo stadio di San Siro; i Navigli; Darsena-Ticinese-Conca del Naviglio; Sempione-Arco della Pace; corso Garibaldi-corso Como-piazza Gae Aulenti; ospedale San Paolo; ospedale San Carlo-retro area Caserma Perrucchetti; Ospedale Niguarda. Ma non è mica finita. La Giunta ha inserito anche le aree adiacenti (fino a 100 metri) alle scuole di ogni ordine e grado e alle università; le aree destinate allo svolgimento di fiere, mercati e pubblici spettacoli; le aree adibite a verde pubblico; le aree adiacenti agli ospedali, le case di cura e le cliniche; le aree e i parchi archeologici e complessi monumentali.

Come funzionano i mini-Daspo? Si tratta di ordini di allontamento per 48 ore con multe da 100 a 300 euro decisi dalla Polizia locale o dalle forze dell’ordine. Ordini che possono essere reiterati nei confronti della stessa persona (multe da 200 a 600 euro), se continua a frequentare i luoghi da cui è stata allontanata. In casi di recidiva, la Questura può decidere di trasformare l’ordine di allontanamento in un vero e proprio Daspo urbano, che prevede il divieto di frequentare un luogo fino a sei mesi. Dal 2017 a ieri gli ordini di allontanamento sono stati 290, mentre i i Daspo decisi dalla Questura sono stati appena 12. Tant’è. Ma perché la Giunta sui Daspo si è svolta proprio ieri? La vicesindaco con delega alla Sicurezza Anna Scavuzzo spiega: «Ci sono altre due settimane di attività del Consiglio comunale prima della pausa estiva. Lasciamo la possibilità all’aula di valutare se accelerare o no l’approvazione della delibera». Nella maggioranza, però, Milano Progressista frena ed esprime riserve: «Il vero rischio di emanare queste norme manifesto è di apparire rassicuranti per i cittadini che vivono nelle zone più esposte ma di arenarsi in atti di difficile applicazione quando di totale inefficacia reale. Le nostre riserve sono quindi rispetto a una scelta che rischia di apparire ideologica e ci trascina su un terreno culturale che non è il nostro. Meglio promuovere la coesione sociale e riqualificare gli spazi».

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro