Darsena a numero chiuso: le transenne non bastano e non frenano le polemiche

Ingressi contingentati dopo il caos di sabato, ma ieri sui Navigli sempre troppe persone. Sala: le conseguenze ricadranno sulla comunità

Accessi contingentati in Darsena

Accessi contingentati in Darsena,forze del ordine regolano gli accessi, 28 Febbraio, 2021, ANSA/Andrea Fasani

Milano - Il giorno dopo è il momento delle soluzioni tampone, delle polemiche politiche e delle autodifese. Dopo il caos in Darsena di sabato sera, con tanto di dj, rave party organizzato nel vecchio porto di Milano e rissa conclusiva, Prefettura, Questura e Comune hanno provato a correre ai ripari. Partiamo dalla soluzione tampone. Ieri la Darsena era a numero chiuso: in piazza XXIV Maggio, cioè, le forze dell’ordine hanno contingentato gli ingressi per evitare altri pericolosi assembramenti. Nell’ultima giornata di Milano in zona gialla – da oggi scatta la zona arancione – l’obiettivo era di limitare i danni ed evitare la movida selvaggia.

Il prefetto Renato Saccone e il questore Giuseppe Petronzi, alla luce dei fatti di sabato sera, hanno convenuto, informando il sindaco Giuseppe Sala, sulla necessità di servizi rafforzati e anticipati con nuove modalità operative per contingentare la presenza in Darsena e garantire frutti rispettosi delle norme anti-assembramento.  

Obiettivo raggiunto solo in parte, perché attorno alle 15 l’ingresso in Darsena è stato bloccato per una quarantina di minuti visto che la gente all’interno del Porto e quella che voleva accedervi era già considerata troppa dalle forze dell’ordine. Davanti al varco di piazza XXVI Maggio si è creata una lunga coda per entrare in Darsena mentre migliaia di cittadini si sono riversati nelle altre vie della zona Navigli. La bella giornata non ha aiutato a limitare il numero di persone in giro. In altre aree centrali, da Piazza Duomo a via Dante, la folla non è mancata. Le polemiche politiche, intanto, sono iniziate fin da sabato sera, con Lega, FI e FdI a criticare l’assenza di forze dell’ordine e chiedere la testa della vicesindaco Anna Scavuzzo e del comandante dei “ghisa’’ Marco Ciacci.

Sala ieri mattina ha scritto un post su Facebook per rispondere alle critiche: "Ieri sera (sabato, ndr ) intorno ai Navigli e alla Darsena c’erano migliaia e migliaia di persone. Le forze dell’ordine, tra quelle coordinate dalla Questura e quelle del Comune, erano pari a circa 200 unità. E, che piaccia o no, di più non si poteva metterne, perché la città è grande e va gestita nella sua interezza. Questa è la realtà". A chi suggeriva di chiudere la Darsena già sabato pomeriggio, il sindaco replica così: "Ma secondo voi, chi stava in giro sarebbe stato a casa o sarebbe andato da qualche altra parte? Avete idea di quanti luoghi cittadini raccolgono la sera persone che si aggregano?". Sala, infine, richiama tutti alle proprie responsabilità: "Con questa terribile pandemia se non si rispettano le regole poi si paga pegno. Così probabilmente sarà e purtroppo le conseguenze ricadranno su tutta la comunità". Il presidente del Codacons Marco Donzelli annuncia un esposto alla Procura sul rave party in Darsena "per concorso in epidemia colposa ". Le indagini, intanto, indicano che a organizzare il rave sono stati i centri sociali.

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