Coppola latitante resta in Svizzera, Berna dice no alla giustizia italiana

Per la Cassazione l’immobiliarista romano, condannato a 7 anni in Appello, dovrebbe andare in cella per tentata estorsione

Danilo Coppola

Danilo Coppola

Milano -  Latitanza protetta per Danilo Coppola. Le autorità svizzere hanno risposto no alla richiesta della Procura di consegnare alla giustizia italiana dell’immobiliarista romano, già protagonista della stagione dei “furbetti del quartierino“ e su cui pende un’ordinanza di custodia in carcere per tentata estorsione a Prelios, società proprietaria del complesso immobiliare Porta Vittoria. Dopo che la Cassazione ha confermato la decisione del tribunale del riesame milanese sulla misura cautelare (in origine respinta invece dal gip) i pm hanno chiesto alla Svizzera, dove Coppola era stato individuato, di poter eseguire l’arresto. Ma le autorità elvetiche nei giorni scorsi hanno risposto che non riconoscono come punibile quel reato.

«Sono ricercato. Dall’8 marzo, c’è un ordine di custodia cautelare nei miei confronti. L’ho saputo e ho preferito non farmi trovare. Non vorrei fare l’ennesimo carcere preventivo per poi essere di nuovo assolto", ha fatto sapere nelle scorse ore Coppola in un’intervista. Stando a quanto ricostruito, la Cassazione l’8 marzo (con motivazioni depositate il 13 aprile) ha confermato la decisione del Riesame (presidente del collegio Maria Cristina Mannocci) sulla misura cautelare che era invece stata negata dal gip Stefania Pepe.

L’accusa è di tentata estorsione contestata in un filone dell’inchiesta coordinata dai pm milanesi Mauro Clerici e Giordano Baggio e condotta dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza per le bancarotte del Gruppo Immobiliare 2004, di Mib Prima e di Porta Vittoria, società che era titolare di un progetto di rilancio di dell’area residenziale milanese, dichiarate fallite nel 2013, nel luglio 2015 e nell’aprile 2016.

Contestazioni che anche in appello sono costate a Coppola una condanna a 7 anni di reclusione (a luglio l’udienza in Cassazione). Dopo il provvedimento della Suprema Corte sulla misura cautelare, investigatori e inquirenti hanno dato il via alle ricerche per eseguire l’arresto. Hanno individuato Coppola in Svizzera e hanno trasmesso ai colleghi elvetici gli atti per poter dare esecuzione alla misura. Poco più di una decina di giorni fa, però, è arrivata la risposta delle autorità di Berna: dicono in sostanza di non poter consegnare all’Italia l’immobiliarista, 54 anni, perché in Svizzera quel reato non è riconosciuto come punibile. Coppola, che intanto sui profili social attacca spesso i magistrati per i vari casi giudiziari che l’hanno visto coinvolto, potrebbe però essere arrestato se si trovasse in un altro Paese.

La Corte d’Appello confermò per lui lo scorso luglio la condanna a 7 anni di carcere. Al centro del processo tre crac, quello del Gruppo Immobiliare 2004, fallito nel 2013 con un buco di mezzo miliardo; quello di Mib Prima, fallita nel 2015 e quello di Porta Vittoria, la società titolare di un progetto di rilancio di un’area residenziale milanese, fallita nel 2016.

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