Dalle band ai rapper: cambia il ritmo

Le sale prove sono un punto di riferimento per i musicisti sestesi, a mancare sono gli spazi per esibirsi dal vivo

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di Laura Lana

Quando furono inaugurate tredici anni fa, una delle sale fu intitolata a Ivan Graziani anche su spinta dell’allora assessore Vincenzo Amato, chitarrista amatoriale e abruzzese d’origine proprio come il cantautore. Da quel giorno centinaia di cantanti, band, cori e musicisti sono passati per le sale prova comunali di SpazioArte, gestite ancora oggi dall’associazione Spettacolazione.

"In questi anni abbiamo vissuto tutta l’evoluzione della musica e dei modi di fare musica – racconta il gestore Antonio Siciliano –. C’erano molti più gruppi sestesi, composti da diversi elementi, che condividevano il piacere di stare in una band. Nel frattempo il panorama è cambiato e oggi arrivano tanti rapper con le basi salvate sul cellulare".

Da oltre un decennio quello di via Maestri del lavoro è diventato il punto di riferimento per chi vuol fare musica in città e nell’hinterland: fino a sette anni fa giravano 300 band, oggi ne sono comunque rimaste 200 nonostante il resto di SpazioArte (salone e bar) sia in disuso da tempo.

"Il problema sostanziale è che mancano gli spazi per esibirsi dal vivo e si fa molta fatica a suonare fuori". Se la città del Carroponte assicura un palco ai big, tutti gli altri risentono dell’assenza di luoghi culturali. Da anni Siciliano, insieme ad Alessandra Maroccolo, ha creato "Una voce per Sesto" proprio per sostenere le aspiranti ugole d’oro e per regalare una manifestazione di qualità alla città. "Quasi tutti i vincitori delle undici edizioni arrivano da fuori Sesto: significa che, nonostante la presenza di una scuola civica e di accademie, il movimento resta amatoriale o comunque non va oltre un certo punto". Un concorso canoro, la gestione delle sale prova (in scadenza di contratto): malgrado il Covid e i lockdown i progetti di Siciliano e di Spettacolazione non si sono fermati.

"In via Picardi abbiamo aperto un museo della musica, tra cimeli, dischi d’autore, grammofoni, registratori e strumenti di diverse epoche. Il progetto è cresciuto e avrebbe bisogno di un nuovo luogo per poter ospitare più persone, essere più accessibile e raccogliere più oggetti".

C’è poi il Premio Quinto Vecchioni, istituito per la prima volta quest’anno. "Era doveroso fare qualcosa per ricordare una personalità eclettica che ha contribuito tanto alla crescita culturale e sociale di Sesto in ogni ambito in cui Quinto ha collaborato".

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