"Da Sesto agli Usa per battere il cancro"

La scienziata Adriana Albini nominata a capo del team dell’American association for cancer research

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di Laura Lana

Era già stata inserita dalla Bcc, come unica italiana, nell’elenco delle "100 donne più influenti al mondo nel 2020", che stanno guidando il cambiamento in questo anno sconvolto dalla pandemia di Covid-19. Oggi la professoressa Adriana Albini, già direttore scientifico della Fondazione MultiMedica Onlus, è stata nominata a capo del nuovo gruppo di lavoro, che è stato promosso dall’American Association for Cancer Research (Aacr), per occuparsi a 360 gradi di prevenzione oncologica (Cancerpreventionworking group-Cpwg).

Sestese d’adozione ormai da anni, professoressa di Patologia generale all’Università di Milano-Bicocca e direttore del Laboratorio di Biologia Vascolare dell’Irccs MultiMedica, Adriana Albini dovrà guidare la prima e la più grande organizzazione professionale al mondo, che è dedicata al progresso della ricerca, finalizzata proprio alla prevenzione e alla cura del cancro. "Sono felice e onorata di assumere questa nuova responsabilità e, con il comitato direttivo del Cpwg, spero di poter fare davvero la differenza per i progressi nel campo della prevenzione del cancro a livello internazionale - ha commentato la professoressa Albini -. Più che mai ci stiamo rendendo conto che il cancro è una malattia prevenibile, che può essere fortemente influenzata anche dai cambiamenti dello stile di vita". Nella sua decennale attività di ricerca, Albini ha sviluppato il concetto di angioprevenzione per ostacolare sul nascere la formazione di vasi sanguigni tumorali. I suoi studi hanno portato, ad esempio, al riconoscimento di agenti chemiopreventivi, come flavonoidi, antiossidanti e retinoidi: elementi che derivano da alimenti, bevande e spezie e che possono agire sull’angiogenesi e sul microambiente tumorale per prevenire il cancro.

Fondata nel 1907, l’American association for cancer research opera a livello globale. Dell’organizzazione fanno parte quasi 50mila soci tra ricercatori traslazionali e clinici, epidemiologi, operatori sanitari e associazioni di pazienti, che provengono da 128 Paesi. La missione di questo team internazionale è fare della prevenzione del cancro una priorità su larghissima scala attraverso la scienza innovativa, l’integrazione delle ultime tecnologie, il miglioramento dei finanziamenti e una capillare opera di sensibilizzazione.

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