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Trovate questo articolo all'interno della newsletter "Buongiorno Milano". Ogni giorno alle ore 7, dal lunedì al venerdì, gli iscritti alla community del «Giorno» riceveranno una newsletter dedicata alla città di Milano. Per la prima volta i lettori potranno scegliere un prodotto completo, che offre un’informazione dettagliata, arricchita da tanti contenuti personalizzati: oltre alle notizie locali, una guida sempre aggiornata per vivere in maniera nuova la propria città, consigli di lettura e molto altro. www.ilgiorno.it/buongiornomilano Tre mesi fa , per l’esattezza il 22 marzo scorso, aveva ricevuto promesse di supporto e parole di solidarietà da parte delle istituzioni: il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, lo aveva chiamato al telefono, mentre dal Comune avevano provveduto a fornirgli i contatti dell’assessore alla Sicurezza, Marco Granelli. Oggi Giuseppe è praticamente disoccupato: il suo contratto di lavoro terminerà il 21 giugno – tra 6 giorni – ma gli è già stato comunicato tramite mail che dovrà restituire il badge e il cellulare aziendale. "Mi hanno scaricato – dice lui, deluso e arrabbiato –. Sono stato insultato, minacciato, aggredito, ho rischiato la vita per 5 euro netti all’ora e ora mi lasciano solo. Oltre a me, le istituzioni stanno lasciando soli anche gli inquilini per bene, quelli che nonostante tutto pagano l’affitto e rispettano le regole". Giuseppe è il custode sociale di via Zamagna 4, caseggiato popolare nel quartiere di San Siro gestito da Aler. Proprio il custode sociale che a marzo aveva fatto notizia, suo malgrado. Il suo incarico è iniziato il 21 di quel mese e il 22 sembrava già terminato. Uno sgombero delle cantine avvenuto in concomitanza del suo arrivo in portineria e l’insofferenza per la presenza in cortile di un inviato di Aler hanno fatto sì che Giuseppe finisse subito nel mirino di un nutrito gruppo di ragazzi che vivono nel caseggiato Aler, ...
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