Milano: cerca aiuto cuoco, barista e cameriere. "Offro il 25% in più, hanno risposto in 5"

Francesco Wu, titolare del locale “Ramen a Mano” di via Lomazzo, ha messo un annuncio sui social: "Sono disponibile da subito a pagare (anche gli italiani) molto di più rispetto allo stipendio base"

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Milano, 29 settembre 2022 - Un’offerta di lavoro un po’ particolare (ma seria) che sui social è diventata virale, senza generare però la sperata pioggia di cv. Il locale "Ramen a Mano" di via Lomazzo, zona Paolo Sarpi, sta cercando nuove figure "che hanno voglia di imparare a fare alcune preparazioni di cucina cinese". Due le note curiose: l’offerta è rivolta anche a ragazzi italiani, inclusi quelli che in una cucina di un ristorante non hanno mai messo piede. E lo stipendio non è per niente da fame. "Siamo disposti a pagare fino al 20/30% in più rispetto al minimo previsto dal contratto collettivo nazionale di lavoro come partenza" si legge.

A vergare digitalmente l’annuncio è stato Francesco Wu, ingegnere ma anche imprenditore cinese cresciuto in Italia, socio di tre locali fra Milano e provincia. "Stiamo cercando al momento tre figure: la più urgente è quella dell’aiutocuoco ma avremmo bisogno anche di un barista e di un cameriere. Valutiamo anche giovani di entrambi i sessi senza alcuna esperienza ma con tanta voglia di imparare. Inclusi italiani perché non è vero che tutta la comunità cinese sia chiusa. Sono disponibile da subito a pagarli fino al 20/30% in più dello stipendio base da 1.100 o 1.200 euro con la possibilità di crescere ulteriormente in pochi mesi. Ho pubblicato l’annuncio su Facebook, Instagram, anche sulla pagina del quartiere. Mi aspettavo tanti curricula ma in meno di 24 ore me ne sono arrivati solo cinque" spiega Wu che è anche nel direttivo di Epam e Confcommercio Milano.

Nel dettaglio a farsi avanti sono stati alcuni ragazzi (anche una ragazza) di cui due cinesi dalla Toscana e un cinquantenne italiano che vuole rimettersi in gioco debuttando nella ristorazione. Niente valanga di candidature dunque, eppure il lavoro sarebbe una fantastica opportunità per apprendere i segreti della cucina orientale. "Si comincia dalle basi naturalmente che per il ramen significa saper preparare il brodo tradizionale di manzo che viene cotto per quattro ore con verdure e spezie. Per saperlo fare bene servono almeno sei mesi. Col tempo si arriverà a imparare a tirare a mano anche i tipici spaghetti in modo veloce e preciso" sottolinea. Anche il proprietario del Ramen a Mano, come altri suoi colleghi del comparto, sconta da mesi la difficoltà a trovare personale. "Le paghe basse? Non che il fenomeno non esista nella realtà della ristorazione ma ci sono moltissimi imprenditori disponibili a pagare molto bene i loro lavoratori".

"Il fatto è che il reperimento già da tempo è un problema - spiega Wu - ma dopo il Covid la situazione è molto più complessa. Ci sono più fattori che entrano in gioco: la riduzione dei flussi di immigrazione da alcuni Paesi, la stessa manodopera cinese insufficiente rispetto al numero dei locali aperti ma anche il reddito di cittadinanza non ha aiutato. Più volte mi è successo di aver trovato candidati disponibili a lavorare solo in nero per non perdere l’assegno. Al mio diniego di agire fuori dalle regole mi rispondono sempre scocciati: "Allora vado da un altro". C’è qualcosa che non va se da un lato ci sono imprese dei pubblici esercizi che denunciano difficoltà a trovare persone da assumere e dall’altro abbiamo 2 milioni di ragazzi che non studiano né lavorano. Il sistema dev’essere riformato".

 

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