di Graziano Masperi
Anche all’ospedale di Cuggiono ci si può ammalare di Covid. Non si scopre nulla di nuovo perché, nonostante tutte le precauzioni, è possibile che possa accadere. Precauzioni e misure di sicurezza che vengono adottate scrupolosamente, è ciò che chiarisce la direzione medica dell’Asst Ovest Milanese. Ma fra i parenti di numerose persone che purtroppo sono state trasferite al nosocomio di via Badi con tampone negativo e si sono in seguito infettate, inizia a insinuarsi quanto meno il dubbio.
L’ultimo esempio è quello di un uomo che è stato sottoposto a un delicato intervento al cuore all’ospedale di Legnano e sottoposto a un numero imprecisato di tamponi, tutti con esito negativo. Dalla Cardiochirurgia di Legnano è stato trasferito all’Unità di Riabilitazione Cardiorespiratoria di Cuggiono e, dopo qualche giorno, ecco il risultato: positivo al Covid 19. "Nostro papà all’ospedale di Cuggiono è arrivato con un tampone negativo – spiegano le figlie Martina e Claudia – Ci siamo subito attivate per avere delle spiegazioni da chi di dovere, ma senza ottenere risposta". Siamo al due dicembre quando vengono eseguiti tamponi a tappeto nell’ospedale cuggionese, pazienti e personale sanitario. Ed è proprio in quella data che l’uomo di 68 anni viene trovato positivo e si decide per il suo trasferimento in un reparto Covid al Fornaroli di Magenta.
"Eravamo arrabbiate e amareggiate per quello che stava succedendo, soprattutto in grande apprensione per nostro papà che si trovava in condizioni di fragilità – continuano –. Ci ha rattristato venire a sapere che la Asst Ovest Milanese afferma che non ci sono situazioni di pericolo per i pazienti". La Asst ha in effetti ribadito che il nosocomio cuggionese, nell’ambito della riorganizzazione dei quattro presìdi ospedalieri per la pandemia, era (è) l’unico degli ospedali del territorio a non avere reparti esclusivamente dedicati a pazienti affetti da Covid 19. "L’eventuale insorgenza presso il presidio di Cuggiono di positività in uno o più pazienti – sottolineano i vertici – comporta il trasferimento degli stessi presso gli altri ospedali che hanno reparti dedicati per pazienti Covid, la sanificazione del reparto interessato e la messa in atto delle procedure a salvaguardia degli operatori e dei pazienti. Va infine considerato un altro aspetto. C’è sempre un periodo-finestra di circa 96 ore durante il quale il coronavirus può non essere rilevato dal tampone, che così risulta falsamente negativo: è un’eventualità da considerare, anche in questo caso specifico". "Non ce la prendiamo con il personale medico, infermieristico e con tutti gli operatori – aggiungono le due donne – ma con la burocrazia. C’era la paura per nostro papà che oggi, per fortuna, è a casa si è negativizzato ed è sempre stato asintomatico. Ce la pendiamo per il fatto di non avere trovato un interlocutore, nelle persone responsabili, adeguato".
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