Cricca delle multe, altri ghisa sotto inchiesta

Quattro arresti tra 2019 e 2020, ora l’avviso di chiusura indagini per undici persone: tra loro anche lo storico sindacalista Cisl Cobelli

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di Nicola Palma

Il suo nome era già emerso nella prima ordinanza di custodia cautelare del luglio 2019, che aveva portato ai domiciliari due impiegate del Comune di Milano in servizio all’Unità riscossioni e una vigilessa. Era stato l’ex dipendente della Provincia Domenico Palmieri (che ha patteggiato 3 anni e 4 mesi nell’ambito dell’inchiesta sulle presunte infiltrazioni del clan Laudani negli appalti di Lidl e Securpolice) a tirare in ballo con una denuncia datata 19 gennaio 2018 il ghisa Mauro Cobelli, storico sindacalista della Cisl e “nemico“ dell’ex comandante Antonio Barbato, mandato via da piazza Beccaria nell’estate del 2017 proprio per le polemiche legate ad alcune intercettazioni con Palmieri in cui si parlava di un possibile pedinamento di Cobelli (che non andò mai in porto).

Nelle scorse settimane, risulta al Giorno, Cobelli ha ricevuto un’informazione di garanzia e il contestuale avviso di chiusura indagini per l’inchiesta dei carabinieri del Nucleo investigativo sui blitz illegali nel sistema informatico di gestione delle contravvenzioni per regolarizzare le posizioni debitorie degli automobilisti "amici" che non avevano pagato le multe o pretendevano di farlo con "lo sconto" oltre i termini. Il vigile è stato iscritto nel registro degli indagati per frode informatica, accesso abusivo a sistema informatico e falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici. Stesso provvedimento per altre 10 persone, tra vigili e automobilisti che avrebbero approfittato delle amicizie per pagare meno di quanto dovuto. L’inchiesta dei militari di via Moscova, coordinati dal pm Carlo Scalas, è partita nel gennaio del 2018, a seguito della denuncia di Palmieri. Un anno e mezzo dopo, il 26 giugno 2019, la prima discovery: ai domiciliari Anna Maria Vardano, Assunta Montuoro e Irene Franca Cariello. Un anno dopo, il 23 giugno 2020, il secondo step: ai domiciliari l’agente Agostino Pasquale Cianflone, che avrebbe "facilitato" le pratiche di 33 cittadini, facendo pagare loro una cifra in contanti "sensibilmente inferiore" a quella prevista e causando un danno erariale di 12mila euro.

Adesso l’ulteriore passo avanti, con l’avviso di chiusura indagini per altre 11 persone, la cui posizione è stata stralciata dal procedimento originario. Dagli atti che il Giorno ha potuto consultare, emerge che in totale una dozzina di agenti (oltre ai due arrestati in precedenza), in servizio sia a Milano che in altri Comuni dell’hinterland (e molti sarebbero iscritti Cisl), sono finiti complessivamente nel mirino degli inquirenti; vengono citati anche dipendenti comunali e di altri enti pubblici (i nomi sono decine), che verosimilmente hanno fatto leva su quelle conoscenze per "risparmiare". I fatti contestati arrivano fino al 7 febbraio del 2020. Nel 2019, il gip Laura Anna Marchiondelli aveva così tratteggiato il quadro della situazione: "Un vero e proprio “sistema“ delinquenziale, nel quale le indagate (Vardano, Montuoro e Cariello, ndr) si adoperano anche per far risparmiare ai “clienti“ poche decine di euro, ottenendo in cambio prestazioni professionali o incassando semplice riconoscenza da spendere in futuro".

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