Cresce il disagio psicologico: serve una rete

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Marina

Brambilla*

Il contraccolpo della pandemia sulla salute anche mentale dei giovani adulti è confermato da dati preoccupanti, rilevati da più parti e anche tra gli studenti. Come era prevedibile, i mesi di forzato isolamento, la sospensione o il diradamento dei contatti con compagni e professori, lo stravolgimento della relazionalità ha prodotto un disagio palpabile, che se non intercettato rischia di creare nuove sacche di marginalità. In Statale abbiamo visto aumentare di quasi del 75% le richieste di supporto psicologico che trattiamo tramite il servizio attivato presso il Centro per l’Orientamento allo studio e alle professioni, sono aumentati i disturbi legati alla gestione dell’ansia, al senso di solitudine e smarrimento e alla mancanza di sicurezza. Per far fronte con tempestività a questo problema, la Statale ha avviato un tavolo di lavoro (presentato in Aula Magna nel Convegno “Uscire dal disagio”) che ha coinvolto Regione Lombardia, Comune di Milano e Ufficio Scolastico Regionale, mettendo tra i propri obiettivi strategici un piano pluriennale per il supporto psicologico degli studenti, comprensivo, tra l’altro, di attività di sensibilizzazione dei docenti e della creazione di una rete di enti specializzati da mettere a disposizione degli studenti tramite convenzione. Salvaguardare il benessere dei nostri giovani e dare effettività al diritto allo studio, che non può più essere inteso solo in relazione a borse di studio, è una responsabilità che la Statale sente fortemente e che va gestita anche mobilitando le migliori progettualità e competenze presenti sul territorio.

* Prorettrice ai Servizi

per la Didattica

e agli studenti della Statale

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