Il nuovo rito: selfie da “Cracco”

Toro snobbato in Galleria, il ristorante più glamour attira i curiosi

Foto con l’insegna dello chef e visi incollati alla vetrina del ristorante (Newpress)

Foto con l’insegna dello chef e visi incollati alla vetrina del ristorante (Newpress)

Milano, 22 febbraio 2018 - Il toro rampante sul pavimento della Galleria Vittorio Emanuele II è offeso. Dopo 150 anni ha smesso di essere l’attrazione principe. Il «rito», ieri, nel «salotto buono» di Milano, è un altro. Occhi e cellulari puntati verso il nuovo ristorante dello chef Carlo Cracco che ha aperto i battenti dalle 8. Anche di sera centinaia di persone si sono avvicinate per curiosare – viso e mani attaccati alla vetrina – dentro il café-pasticceria al piano terra. Alzando lo sguardo al primo piano dove ha sede il ristorante gourmet: alto e inaccessibile. Immancabili i selfie: come sfondo l’insegna «Cracco».

Della tribù dei curiosi è Michele Bonaccorsi: «Abito a Milano ma ho saputo dell’apertura da mio cognato che è venuto dalla Sicilia. Una visita era doverosa. La cena? Per ora rimane un desiderio chiuso nel cassetto. Ma vorrei andare ad assaggiare le sue prelibatezze una volta nella vita». Un menu da 190 euro, esclusi i vini, è un lusso che pochi si possono permettere ma il caffè al banco da 1,30 è un sogno facile da esaudire. Francesco Di Biasi, dopo aver finito di lavorare, è passato in Centro ed è entusiasta dopo essere uscito dalla caffetteria: «L’impatto è decisamente positivo. Da milanese acquisito, posso dire che è uno spazio in armonia con lo spirito della Galleria. L’ambiente è ottocentesco, elegante, intimo. Quasi un angolo di Parigi in città». I prezzi del ristorante di lusso? «Altri chef stellati fanno pagare ancora di più. Prima o poi, spero di potermi togliere lo sfizio…».

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