Milano, 14 positivi al Covid a scuola la prima settimana

Il bilancio dell’Ats. La Regione chiarisce: tamponi senza prenotare solo a personale e alunni con sintomi, non per tutta la famiglia

Riapertura delle scuole al tempo del Covid-19

Riapertura delle scuole al tempo del Covid-19

Milano, 23 settembre 2020 - Non è una stretta ma una precisazione quella arrivata ieri dalla Regione sulle regole per i famosi tamponi “ad accesso diretto”, cioè senza prenotazione, riservati a studenti e personale scolastico con sintomi simil-Covid per garantire loro un test con esito in giornata e stroncare sul nascere i focolai in classe. Linee guida emanate a scuole e Ats dalla Direzione Welfare all’apertura dell’anno scolastico, anche raccogliendo sollecitazioni arrivate dai consiglieri regionali del Pd e dai pediatri di base che attraverso il sindacato Simpef si son resi disponibili a fare ai bambini i “tamponi rapidi“, i test dell’antigene usati per i voli Covid-free che restituiscono un risultato in 30 minuti. Attendibile all’85%, da confermare col test molecolare se positivo, ma che sarebbe un pre-screening, e la Lombardia ha aderito alla gara con capofila il Veneto per comprarne 1,2 milioni da destinare appunto alla sicurezza delle scuole.

Intanto, però, ci sono i tamponi; c’è anche il problema di visualizzarne tempestivamente gli esiti (ieri al Pirellone è passata una mozione dei 5 Stelle che chiede l’accesso ai fascicoli sanitari elettronici dei pazienti anche per i medici di base provvisori) ma c’è soprattutto quello delle code ai “corridoi scolastici“ aperti dalle Ats in alcuni ambulatori e drive-in (sono dodici a Milano città), gonfiate dall’ansia o dalla confusione dei genitori su regole in continua evoluzione, e comunque da richieste di test non prenotati senza averne diritto. Così, ieri, l’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera ha ribadito chi abbia diritto a una risposta in giornata: "I tamponi con accesso diretto per la popolazione in età scolare sono possibili solo con l’autocertificazione vidimata dalla scuola oppure a seguito della segnalazione al medico o pediatra di famiglia". Se un alunno manifesta sintomi a scuola "viene contattata la famiglia e rilasciato un modulo di autocertificazione autorizzato dall’istituto da consegnare alla struttura sanitaria dove si esegue il tampone con accesso diretto", che "autorizza all’esecuzione del tampone senza prenotazione solo lo studente e non l’intero nucleo familiare". Se la febbre o altri sintomi compaiono a casa, "la famiglia deve contattare il medico o il pediatra di famiglia il quale, accertata la necessità di un tampone, procede alla segnalazione all’Ats e all’invio dello studente al punto di accesso diretto più vicino". La stessa procedura vale per il personale scolastico, docente o non docente.

Un altro chiarimento riguarda le quarantene: chi ha fatto un tampone per aver avuto dei sintomi "deve rimanere in isolamento domiciliare fiduciario". Mentre non sono tenuti all’isolamento i “contatti stretti“ di un mero sospetto, "familiari conviventi, compagni di classe o altri"; solo se l’alunno al tampone risulta poi positivo scatta l’isolamento dell’intera classe (se l’ha frequentata nelle ultime 48 ore) "e dei familiari e contatti diretti per il periodo stabilito dai protocolli antiCovid, al termine del quale viene eseguito un tampone ai contatti per accertarne la negatività e due tamponi al positivo per verificarne l’avvenuta negativizzazione". Sono 33 i positivi “scolastici” scoperti dall’Ats Metropolitana fino al 20 settembre, cioè nella prima settimana di lezioni: 27 studenti e sei tra docenti, non docenti ed educatori. Quattordici sono stati scoperti nelle scuole di Milano città, 16 nell’hinterland e tre nel Lodigiano che rientra nel territorio dell’Ats. Che nella prima settimana di scuola ha messo in isolamento preventivo 435 persone tra compagni di classe (420) e lavoratori (15).

In tutta la Lombardia, ha fatto sapere la Regione, dal 1° al 18 settembre sono stati fatti 30.257 tamponi a minorenni in età scolare, di cui quasi un terzo a bambini degli asili, che hanno aperto prima della scuola dell’obbligo: 4.014 test a piccolini del nido e 5.644 per le scuole dell’infanzia. Sono stati fatti altri 6.654 tamponi a bambini delle elementari, 4.235 a ragazzi delle medie e 9.710 alle superiori, e in totale, compresi cioè gli asili, sono stati trovati 439 positivi al coronavirus, dei quali 69 al nido, 71 nelle materne, 92 alle elementari, 66 alle medie e 141 alle superiori. La percentuale di positivi rispetto ai tamponi è dell’1,45 per cento, di poco inferiore all’1,99 per cento registrato tra i lombardi in età scolastica controllati dall’inizio della pandemia: 104.918 test da fine febbraio al 18 settembre (di cui 18.354 in età da nido, 15.070 per la materna, 22.380 per le primarie, 14.963 e 34.251 per le secondarie rispettivamente di primo e secondo grado) hanno scoperto 332 contagiati “da nido“, 232 da scuola dell’infanzia, 429 delle elementari, 289 delle medie e 809 alle superiori. In tutto 2.091 minorenni contagiati su 105.030 totali in Lombardia, ma contati ieri, con un aumento che in ventiquattr’ore è stato di 182 casi (di cui 76 nel Milanese e 47 in città) a fronte di 14.808 tamponi (il rapporto è di 1,22 positivi ogni cento test).  

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