Covid, quasi 10mila casi e Rt sopra 1. Moratti: anziani e fragili si vaccinino

I contagi quotidiani in Lombardia tornano ai livelli di fine marzo. Appello dell’assessore per la quarta dose

La folla per le vie del centro a Milano, ancora tante mascherine indossate spontaneamente

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Milano - La Lombardia s’è risvegliata dal weekend con un balzo di 9.900 contagiati dal coronavirus in ventiquattr’ore: sono i nuovi casi scoperti ieri attraverso 44.586 tamponi effettuati lunedì, e la percentuale di quelli positivi sale ancora, dal 18% e rotti di domenica e lunedì al 22,2%. L’Rt, cioè l’indice che misura la riproducibilità di Sars-CoV-2, nella nostra regione è tornato sopra la soglia epidemica di 1, ha avvertito ieri la vicepresidente e assessore al Welfare della Regione Letizia Moratti, chiarendo che "la crescita dell’incidenza dei contagi, che ha avuto un rimbalzo negli ultimi dieci giorni in tutta Europa, ci induce ad atteggiamenti di prudenza".

L’inversione risale ai primi di giugno, quando l’incidenza (cioè i nuovi casi di coronavirus contati in sette giorni ogni centomila abitanti) nel nostro Paese, e anche in Lombardia, è tornata a salire dopo nove settimane di discesa iniziate ad aprile, subito dopo la fine dello stato d’emergenza pandemica in Italia. Il nuovo rimbalzo dell’incidenza, che ha avuto un’accelerata del 50% tra la prima e la seconda settimana di giugno e un ulteriore sprint del 39% negli ultimi cinque giorni, dai 262,5 nuovi casi settimanali ogni centomila lombardi giovedì scorso a 364 di ieri, ha riportato la Lombardia oltre gli oltre novemila contagi quotidiani che registrava negli ultimi giorni di marzo, gli ultimi dell’emergenza. Con quasi 36.500 lombardi infettati negli ultimi 7 giorni.

Mentre alcuni esperti parlano di una nuova ondata estiva, carburata dalle contagiosissime sottovarianti 4 e 5 di Omicron, nei reparti non intensivi degli ospedali lombardi i ricoverati positivi al Covid sono tornati da più di una settimana ad aumentare: ieri di 49, arrivando a 638 totali, che sono comunque appena 63 più di quanti se ne contassero all’inizio di giugno, e il 39% in meno degli oltre mille censiti alla fine dello stato d’emergenza. Quanto alle terapie intensive Corona, rimangono ai minimi, con 16 letti occupati da tre giorni, la metà rispetto all’inizio di giugno e poco più di un terzo rispetto a fine marzo. E però il Covid rimane "una malattia insidiosa, che può causare danni di lungo periodo all’organismo - ricorda Moratti –. Utilizzare le mascherine negli ambienti affollati ci costa poco e ci aiuta a non ammalarci e a non contagiare. Una buona prassi che continuo a raccomandare".

L’altra raccomandazione riguarda le vaccinazioni, che dopo la corsa invernale alla terza dose per frenare la prima avanzata di Omicron, con la progressiva archiviazione del green pass hanno tirato il freno. Anche in Lombardia, che pure vanta "una delle popolazioni più vaccinate al mondo", sottolinea l’assessore, col 91% dei vaccinabili over 5 che ha avuto almeno un’iniezione e la copertura fino al booster del 91,3% degli over 60 e dell’89% degli over 50; dove lunedì sono state somministrate il 27,2% delle vaccinazioni effettuate quel giorno in Italia, e negli ultimi 14 giorni più del 20% di quelle fatte nel Paese, benché qui risieda solo un italiano su sei (il 16,6%). E però le dosi iniettate lunedì in Italia, tra prime, seconde, terze e quarte, sono state poco più di diecimila (2.746 in Lombardia), e la terza settimana di giugno se ne son fatte il 16,1% in meno rispetto alla precedente; il 16,9% in meno in Lombardia, che è passata da una media quotidiana di 3.515 a 2.920 al giorno.

Ad arrancare è la quarta dose, offerta dal 1° marzo agli immunocompromessi (per i quali il ciclo primario è consistito in tre iniezioni) e, da metà aprile, a tutti gli ultraottantenni, ai 60-79 enni “fragili” per altre patologie e agli ospiti delle Rsa. Ma a parte questi ultimi, tra i quali ha avuto la quarta dose oltre l’80% di coloro che potevano riceverla, gli altri non si sono accapigliati. In tre mesi e mezzo sono state iniettate poco più di 202 mila quarte dosi in Lombardia, di cui circa 50.600 a immunocompromessi (su una platea stimata, a inizio marzo, in circa 190mila). Degli over 80, che ricevono il secondo booster indipendentemente dallo stato di salute, risultano coperti meno del 23%: il 31,7% tra gli ultranovantenni e il 21% degli 80-89enni.

Pochi, anche “scontando” dalla platea coloro che non possono per ora fare la quarta dose avendo avuto il Covid dopo la terza. «La quarta dose per fragili e anziani con più di 80 anni è fondamentale per la loro protezione», ha ricordato Moratti. E la prospettiva di un richiamo con un vaccino aggiornato in autunno non cambia questo fatto: «Considerata la forte contagiosità delle varianti Omicron, non bisogna aspettare confidando nell’estate», insiste la vicepresidente, e invita tutti i lombardi a «non disperdere, con comportamenti di sottovalutazione o imprudenti, il patrimonio acquisito, che si riflette in un basso numero di ricoverati in terapia intensiva e in reinfezioni con decorsi non particolarmente gravi, ma pur sempre insidiosi. Non abbassiamo la guardia». 

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