Covid, la strage del 2020: +32% di morti nel Milanese

Il report della Città metropolitana sull’aumento di mortalità rispetto al 2019. In città i decessi sono cresciuti del 33,6%, in alcuni paesi sono raddoppiati

Il feretro di un paziente morto per Covid al Policlinico, lo scorso aprile

Il feretro di un paziente morto per Covid al Policlinico, lo scorso aprile

Milano - Zero morti per Covid registrati ieri in Lombardia, per la terza volta dall’inizio del mese e in effetti dall’autunno del 2020, il primo anno di pandemia affrontato interamente senza vaccini. E il numero che più di tutti certifica la strage del Covid nella regione investita dal coronavirus per prima in Occidente è quello dell’aumento della mortalità complessiva nel 2020, indipendentemente dalle diagnosi dei tamponi: +31,85% nei comuni del Milanese rispetto al 2019, certifica l’ufficio servizi statistici della Città metropolitana che ha confrontato i dati provvisori e le stime dell’Istat con i decessi dell’anno precedente.

La distribuzione diseguale dell’impennata (+35,7% tra i maschi, +28,5% tra le femmine) è un’altra impronta digitale del coronavirus, come i picchi a ridosso delle due ondate pandemiche. A Milano città, la mortalità l’anno scorso è schizzata complessivamente del 33,6% rispetto al precedente, e del 39,2% per gli uomini, con punte oltre il 130% tra marzo e aprile e del 102,1% a novembre; anche tra le donne, ad aprile, i decessi si sono impennati anno su anno del 136,9%. Ma se il capoluogo è in linea con l’intera area metropolitana, nei 29 comuni dell’Adda-Martesana la mortalità è cresciuta del 40,1%, l’impennata peggiore tra le sette zone omogenee considerate nel report. Al contrario, in alcuni comuni dell’Alto Milanese i decessi, almeno l’anno scorso, sono rimasti pressoché invariati rispetto al 2019, e addirittura a Bernate Ticino (tremila abitanti lungo il confine Nord-Ovest della provincia) sono diminuiti del 3,6%. È accaduto anche in alcuni paesi del Magentino, mentre a Magenta la mortalità cresceva del 26,6%, e ad Abbiategrasso del 30,7%.

Alcuni dei paesi più martoriati (sempre nel 2020, che non tiene conto della terza ondata dello scorso marzo) sono a Sud-Ovest della metropoli, verso il confine col Pavese: i morti sono raddoppiati (+100%) a Noviglio; cresciuti del 76,5% a Morimondo e del 60% a Vermezzo con Zelo. Nel Nord Milano, che ha avuto un aumento complessivo del 28,5%, i ventimila abitanti di Cormano hanno pagato il tributo più pesante, con un’impennata di decessi del 74,7%. A Nord Ovest del capoluogo, il più colpito è stato Pogliano Milanese (+52,9%), mentre a Sud-Est è stato Tribiano, 3.600 anime lungo il confine col Lodigiano del “paziente 1“, e morti più che raddoppiate (+115,4%). Al contrario a Sud-Ovest di Milano spiccano i casi di Buccinasco, che ha limitato l’aumento di mortalità all’8%, e Pieve Emanuele, dove i decessi annuali sono addirittura diminuiti del 16,4%, con incrementi mensili solo a marzo, maggio e novembre. Purtroppo la stessa zona è stata particolarmente colpita quest’anno dalla terza ondata di coronavirus. 

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