Covid, protocolli anti-contagio: ispezioni nello 0,5% delle aziende

Rarissime le verifiche sulle norme anti-contagi. E in sei mesi solo 169 imprese hanno compilato la check list regionale

Un’azienda metalmeccanica

Un’azienda metalmeccanica

Milano, 28 novembre 2020 - Solo 2.588 aziende lombarde su oltre 466mila hanno subito, al 31 ottobre, ispezioni per la verifica dei protocolli anti-contagio "con esito negativo nel 13.3% dei casi". Tradotto in percentuale si tratta dello 0.55%. Sono sono 169, inoltre, le imprese che in sei mesi hanno scelto volontariamente di compilare la check list istituita dalla Regione. E il risultato suona come una ulteriore beffa.

"Salvo l’informativa sui comportamenti individuali in larga parte applicata - spiega il segretario della Cisl Lombardia Pierluigi Rancati – la più parte degli imprenditori tra i rispondenti alla check list dichiarava di non adottare in azienda le prescritte misure di igiene e Dispositivi di protezione individuale". Uno scenario emerso durante un incontro di Cgil, Cisl e Uil per chiedere "prevenzione, controlli e sicurezza sul lavoro". Più del 70% degli oltre 200 morti su lavoro nel 2020 in Lombardia sono causa Covid. Secondo dati Inail, si sono registrati 22.119 infortuni dovuti al virus, pari al 33% di quelli nazionali. Sono 137 quelli mortali. I settori più colpiti sanità e assistenza sociale, e oltre il 72% delle vittime sono donne. Ed è sul fronte dei controlli che si registrano le maggiori carenze. "Il minimo per la Lombardia - denunciano i sindacati – dovrebbe essere il controllo di 23.339 aziende su oltre 466mila. Invece le aziende controllate al 31 ottobre risultano essere state 19.707, di cui 11.027 con ispezione. Fra queste, 2.588 sono state ispezionate per la verifica dei protocolli anti-contagio". Chi non li applica ha la certezza quasi matematica di farla franca. "Da noi ci sono stati alcuni contagi ma ora la situazione è sotto controllo", spiega Emiliano Maffezzoli, uno degli Rls dei macelli del gruppo Levoni nel Mantovano

. "I focolai nascono – prosegue – anche per condizioni di disagio lavorativo, con cooperative spurie e continuo ricambio di addetti". Allarme lanciato anche da Antonio Forlano, che ha raccontato la situazione dei driver Ups, che si preparano a "picchi di lavoro con il Natale". Un tema caldo, visto anche il fiume di denaro che dall’inizio della pandemia è stato erogato alle imprese, secondo i dati illustrati ieri dal viceministro dell’Economia Antonio Misiani al Forum del Lavoro organizzato da Società Umanitaria, che ha riunito attorno a un tavolo sindacati, istituzioni e imprese: sono 109 mila le Pmi della Città metropolitana che hanno usufruito di 421 milioni messi in campo dal Decreto Rilancio, a cui si aggiungono i 111 milioni ad altre 18.900 imprese con i Decreti Ristori.

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