Covid Lombardia, torna l'ospedale in Fiera: i primi 4 pazienti tutti No vax

Ieri hanno riaperto trenta letti nella maxi terapia intensiva gestita dal Policlinico al Portello, che ha curato 505 persone tra il 2020 e il 2021

L’arrivo del primo paziente ieri al Padiglione del Policlinico in Fiera

L’arrivo del primo paziente ieri al Padiglione del Policlinico in Fiera

Milano - Il primo , un uomo, è arrivato ieri intorno alle 12.30. Entro il tardo pomeriggio erano già quattro, i malati gravi di Covid ricoverati all’ospedale in Fiera di Milano, che ieri è stato riaperto per la terza volta dopo la costruzione in corsa nel marzo nero del 2020, il rodaggio tra aprile e giugno di quell’anno e poi la vera discesa in campo nella seconda e terza ondata: otto mesi ininterrotti da ottobre a giugno 2021, 505 pazienti intubati e ventilati, curati con percentuali di sopravvivenza tra il 70 e l’80% quando la vaccinazione di massa era solo al debutto.

La maxi terapia intensiva gestita dal Policlinico di Milano al Portello era in stand-by da giugno, ma pronta a riaprire in quarantott’ore da inizio dicembre. L’ha fatto ieri, come annunciato già martedì e nei tempi preventivati a fine anno dalla Direzione regionale Welfare, che aveva disposto il suo ritorno in trincea quando il totale dei ricoverati in rianimazione Covid negli ospedali lombardi si fosse avvicinato troppo al numero 263. E ieri, con un aumento di cinque letti occupati in ventiquattr’ore (il saldo tra gli ingressi, che sono stati 14, e le uscite che avvengono quando un paziente sta meglio, o quando muore, o quando si negativizza perché era in rianimazione per un’altra patologia), è arrivato a 262, meno di tre punti percentuali dal 20% che manderebbe la Lombardia in zona arancione.

Percentuale sulla quale non incidono, perché già conteggiati nella dotazione di 1.530 posti in rianimazione in Lombardia, i trenta letti riattivati alla Fiera, in due moduli gestiti dagli anestesisti e dagli infermieri d’area critica del Policlinico e del Niguarda, che avranno rinforzi sanitari da altri ospedali (le Asst Pini, Rhodense, Ovest Milanese, Nord Milano, dei Santi e Fatebene-Sacco e la privata clinica Città Studi), piccoli per "non pesare su singoli reparti o aziende sanitarie" e nel frattempo alleggerirle dai ricoveri di malati gravi di Covid con polmonite e insufficienza respiratoria, ricordano dal Policlinico che garantisce anche tutto il personale tecnico, tecnico sanitario, amministrativo e di supporto per la gestione della Fiera.

Tre dei primi pazienti ieri sono arrivati in ambulanza, uno in elicottero. Uno è del Milanese, tre di altre province perché il Portello ricovera da tutta la Lombardia, coordinandosi con la Direzione Welfare. Due sono uomini e due donne; due sulla sessantina e due sulla settantina; tutti e quattro non hanno neanche una dose di vaccino dal coronavirus. L’hanno fatta invece, la prima dose antiCovid, 91.490 lombardi nell’ultima settimana, sottolinea la Direzione Welfare, e di loro 20.574 sono ultracinquantenni che hanno aderito in zona Cesarini al già vigente obbligo vaccinale. Negli ultimi giorni la campagna lombarda ha marciato a un ritmo di oltre 112 mila iniezioni al giorno; le adesioni alle vaccinazioni pediatriche sono arrivate al 35% dei bimbi tra 5 e 11 anni, degli over 12 il 90% ha completato il primo ciclo antiCovid e tra chi l’ha fatto da almeno 120 giorni il 64% ha ricevuto anche il booster. Grazie a questo scudo la Lombardia, " nonostante la forte diffusività della variante Omicron, sta dimostrando di reggere all’impatto della nuova ondata".  

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