Pandemia e crisi, in 50mila rinunciano a cercare lavoro

Per Assolombarda la crisi ha creato un esercito di inattivi. Il tasso di disoccupazione giovanile schizza al 22%

Ombre sul futuro

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Milano, 2 aprile 2021 - Un esercito di scoraggiati, 50mila persone in più che nel 2020 a Milano hanno rinunciato a cercare un nuovo lavoro. E in città l’anno della pandemia ha fatto registrare 20mila occupati in meno: -1,3% rispetto al 2019. "La grande differenza nell’impatto di questa crisi sul mercato del lavoro è che la diminuzione dell’occupazione si accompagna con una riduzione della disoccupazione – rileva uno studio di Assolombarda – sono oltre 4mila in meno i disoccupati nel capoluogo lombardo, con una conseguente discesa del tasso di disoccupazione al 5,7% (dal 5,9% nel 2019). Diminuzione degli occupati e al contempo dei disoccupati sono solo apparentemente in contraddizione: questo avviene quando aumentano gli inattivi, quasi 50mila in più nel 2020".

Durante la crisi del 2009, invece, la perdita di occupazione si era quasi totalmente tradotta in disoccupazione. Il clima di incertezza, le chiusure, la limitata attività di molti settori produttivi, maggiori carichi familiari, limitazioni agli spostamenti e, in generale, tutte le difficoltà emerse nel corso della pandemia hanno sicuramente alimentato una spirale di sfiducia nel mercato del lavoro. Inoltre, più in linea con le tendenze nazionali, l’impatto della perdita di occupazione a Milano avviene quasi esclusivamente sui lavoratori dipendenti (-19 mila). Stringendo lo sguardo sui settori, la maggiore perdita occupazionale si concentra nei comparti che hanno riscontrato le maggiori flessioni in termini di fatturato e attività: quasi 18mila occupati in meno nel commercio, alberghi e ristoranti e 9mila circa nei servizi, mentre altri settori registrano numeri in crescita. Particolarmente colpiti dalla crisi Covid sono i giovani: nella media del 2020 il tasso di occupazione tra 15 e 24 anni scende al 18,9% (dal 21,4% nel 2019) e in parallelo il tasso di disoccupazione giovanile sale al 22% (dal 18,1%), invertendo bruscamente la progressiva diminuzione dal picco del 34,1% toccato nel 2014. Uno scenario a tinte fosche in vista della fine del blocco dei licenziamenti, fra settori in crisi nera e altri al centro di massicci investimenti. La multinazionale spagnola del food delivery Glovo ieri ha annunciato un piano per creare una rete di 15 “dark store“ per la spesa a domicilio in Italia, tra cui i due già inaugurati a Milano. E l’azienda, una delle piattaforme nel mirino per le condizioni di lavoro dei rider, ha programmato "oltre 100 assunzioni di personale dedicato".  

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