Case a costi folli, stipendi al palo: "Troppe famiglie espulse da Milano"

Prezzi cresciuti del 39% in 5 anni mentre il 60% dei redditi è sotto i 26mila euro. Un modello da seguire? Vienna

L'affitto di una casa è una questione sempre più complicata

L'affitto di una casa è una questione sempre più complicata

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Milano - I prezzi delle case a Milano lievitano anno dopo anno. Gli stipendi, invece, restano al palo, mentre il carovita erode i risparmi. Un meccanismo che chiude il mercato immobiliare alle famiglie, costringendole a una fuga dalla città. Quasi la metà dei lavoratori milanesi vivono già oltre i confini cittadini e la quota, senza un’inversione di tendenza, è destinata ad aumentare nei prossimi anni. "Il modello di città in cui la dimensione della redditività immobiliare si afferma come pensiero dominante sta drammaticamente mostrando la corda nelle metropoli americane", analizza Alessandro Maggioni, presidente del Consorzio Cooperative Lavoratori (Ccl) che porta avanti progetti per un casa sostenibile.

«Il divario tra ricchi e poveri aumenta – prosegue – e il ceto medio si vede costretto a essere espulso da tessuti urbani attrattivi". I dati fotografano prezzi delle case aumentati del 39% in cinque anni, e investimenti in costante crescita. Per quanto riguarda gli affitti il livello medio ha raggiunto il costo di circa 240 euro/mq annui, mentre lo stock di alloggi di proprietà di Aler e Comune di Milano offerto a costi bassi si ferma al 10% del totale, diminuito in maniera consistente dopo i piani di vendita. Ma costi abitativi così alti sono ancora più preoccupanti a fronte dei salari medi e della composizione dei redditi, che vede quasi il 60% dei percettori di reddito al di sotto di 26mila euro l’anno e il 35% al di sotto dei 15mila.

A ciò, si aggiunge un tasso di disoccupazione pari al 5,8% e un mercato del lavoro segnato da contratti a tempo determinato e da stipendi contenuti per molte fasce di lavoratori, soprattutto nel campo dei servizi. Fattori che, combinati, alzano barriere insormontabili e allargano la forbice fra ricchi e poveri. Per dare una risposta ad alcuni interrogativi, ieri è nato l’Osservatorio Casa Affordable (Oca) di Milano Metropolitana, promosso da Ccl, Delta Ecopolis in partnership con il Dipartimento di Architettura e Studi urbani del Politecnico di Milano.

«La cosiddetta “affordability” ovvero il rapporto tra costi abitativi e capacità economica – sottolinea Massimo Bricocoli, professore di Politiche Urbane e Housing – influenza la qualità della vita e la giustizia sociale e spaziale delle città. A Milano, non solo i poveri e i giovani faticano a trovare casa: la collocazione sul mercato del lavoro di figure professionali anche qualificate si scontra con una crescente difficoltà di trovare alloggi a costi accessibili e a godere di una qualità della vita accettabile. Per questo, come accade in altre città europee in fase di crescita, è fondamentale raccogliere dati sulle spese abitative e sui redditi per restituire pubblicamente la dimensione del problema".

Le dinamiche sono analoghe a quelle di altre metropoli europee, ma altrove sono state trovate soluzioni che potrebbero essere replicate. Vienna ha accolto 400mila nuovi abitanti in 20 anni (a Milano sono solo 100mila i residenti in più nello stesso periodo) mantenendo però basso il livello degli affitti. Circa il 50% delle case in affitto nella capitale austriaca, grazie alla promozione di edilizia municipale e cooperative indivise, si attestano su canoni intorno a 90 euro/mq annui.