Corte dell’Orto “in saldo“ L’asta va ancora deserta

La grande area dismessa in pieno centro rimane una ferita aperta. Un perito ha verificato le precarie condizioni tra topi, erbacce e masserizie

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di Monica Autunno

Il prezzo era da super saldo, 950mila euro contro i due milioni del tentativo numero uno, un paio di anni fa. Ma niente da fare: nuova asta deserta, e resta invenduta l’enorme “Corte dell’Orto” di Truccazzano, grande incompiuta del “piano del centro” di quindici anni fa e che ha come emblema e triste icona lo scheletro-ecomostro dell’edificio che avrebbe dovuto ospitare l’“asilo dei nonni”, davanti al Comune. L’ultimo tentativo di alienazione si è tenuto un paio di settimane fa, le infauste notizie, ovvero operatori interessati zero, sono arrivate ora. Si batterà una nuova asta in primavera. A prezzo ulteriormente ribassato, almeno del 25%. "Ma il problema – sospira il sindaco Franco De Gregorio – non sono i costi di acquisizione. Il problema è che l’area è enorme, dal Comune al vecchio nucleo. Le condizioni sono quelle che sono. Trovare un operatore che ‘se la senta’ è complicato". Intanto, ieri mattina, un perito incaricato dal Tribunale fallimentare oggi tenutario dell’area ha svolto un sopralluogo per verificare le condizioni igienico sanitarie del sito.

Un mese fa circa, con il conforto di una relazione di Ats, il Comune aveva scritto al curatore sollecitando una bonifica dell’area, infestata da piante, topi, piccioni e masserizie. "Qualora anche il perito di parte della curatrice certificasse, e noi pensiamo sarà così, la necessità di un intervento a tutela della sicurezza e della salute – così ancora il sindaco – immagino che dovremo provvedere noi, come già è stato in passato in occasione di crolli". Una somma di circa 40mila euro è già impegnata, a tale fine, nel bilancio comunale. È insomma senza fine la vicenda dell’ecomostro Corte dell’Orto, area enorme, che, fra resti di vecchie corti e abbozzi di nuovi edifici, si estende dall’area del municipio in via Scotti sino al cuore del centro, in via Facheris. La corte fu il lotto maggiore fra gli undici totali di recupero avviati dalla vecchia amministrazione comunale nel 2007 e tutti bloccati per fallimento a catena di imprese un anno dopo. Una storia lunga e spinosa, tra controversie e punti oscuri (uno fra tutti la sparizione di una fideiussione a garanzia del Comune, che risultò stipulata con una società fantasma e che non è mai stata escussa) arrivata a parziale soluzione in anni recenti. Quasi tutti i lotti avviati allora sono stati a scaglioni alienati e ceduti a nuovi operatori. Per la corte, di dimensioni troppo grandi e che il curatore ha sempre rifiutato di spacchettare, un’impresa che pare impossibile.

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