I due volti di corso Como: luci di giorno, di notte la giungla

"Nelle brochure sconsigliano di venire qui"

Un’auto della polizia tra gli avventori dei locali

Un’auto della polizia tra gli avventori dei locali

Milano, 29 aprile 2019 - Lo strano caso di corso Como. Dottor Jekyll o signor Hyde, una strada buona o malvagia, a seconda dell’ora in cui capita di passeggiare. Di giorno è passerella per turisti «alto spendenti», attratti dalle boutique di lusso, dalla «nuova Milano» dei grattacieli, dalle prelibatezze del vicino Eataly. Di notte la terra dello spaccio, delle aggressioni, delle risse. L’ultima settimana by night è un bollettino di guerra: nella notte tra mercoledì e giovedì, in via di Tocqueville, fuori da una discoteca, un 21enne di Seveso ha ferito con un coccio di vetro il volto di un 26enne di Bresso.

Nelle ore notturne tra venerdì e sabato due turisti ungheresi di 35 anni, dopo aver trascorso una serata in un locale di corso Como, sono stati alleggeriti di orologio e smartphone in piazza Gae Aulenti da una banda di sei stranieri che, oltretutto, ha colpito uno dei due in testa con una bottiglia. «Dopo una certa ora questo è un mondo a parte» afferma Daimar Schnitzler, responsabile della storica pizzeria “Porta Garibaldi”, aperta dal 1950, non troppo stupita dai recenti fatti di cronaca. «Le risse sono all’ordine del giorno. Settimana scorsa di fronte al nostro locale hanno pugnalato un ragazzo che ha perso i sensi. È dovuta intervenire l’ambulanza. Non sappiamo neanche se sia vivo o morto. Qui allo spaccio a cielo aperto si è affiancato un nuovo “commercio”». Nelle stesse vie limitrofe dove da tempo imperversano i parcheggiatori abusivi, come in fondo a via di Tocqueville e via D’Azeglio, sono comparsi i venditori abusivi di alcol. «Usano i cofani della macchina come bazar per le bottiglie di whisky e gin. Non si fanno problemi a concedere l’acquisto anche ai minorenni» rivela.

Milena Fracchioni, dal 1990 alla guida del Caffè 900, è una di quei proprietari che conosce «il meglio e il peggio della storia della via». È preoccupata dallo stillicidio di notizie di nera perché sono un boomerang per l’attrattività della zona: «Siamo vittima di un danno di immagine incalcolabile. Corso Como non vale più niente. Nelle brochure destinate agli stranieri è scritto a chiare lettere di evitare la strada sul tardi per non essere vittime dei ladri. All’ultimo Salone del Mobile non abbiamo combinato nulla, è stato il peggiore della mia vita» dice con sconforto. La situazione, a quanto ci riferiscono i titolari dei locali, degenera dopo le 3 di notte. Quando batterie di ladri stranieri prendono di mira i clienti che hanno alzato il gomito, contando sulla scarsa forza di reazione di chi è in preda ai fumi dell’alcol. Attilio Giuntoli, gestore del ristorante “All’Isola”, spiega che da un po’ ha preso la decisione di chiudere già all’una di notte: «Troppi spacciatori e delinquenza dopo. Non vale la pena tenere aperto fino a tardi come un tempo. Anche a me hanno rubato il portafogli mentre andavo a recuperare la macchina in via di Tocqueville». Soluzioni? «Lo spaccio di stupefacenti e gli altri reati dovrebbero essere puniti più duramente, il carcere non può essere una porta girevole».

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