Gli studenti di Corsico: "Le regole anti-contagio sono insostenibili"

Protocolli "insensati" per i ragazzi del Falcone Righi. Ma la preside, che era stata positiva al Covid, replica: non è che mi diverta

Il presidio dei ragazzi contro i divieti applicati nell’istituto

Il presidio dei ragazzi contro i divieti applicati nell’istituto

Corsico (Milano), 10 ottobre 2020 - La ripresa delle scuole dopo il lockdown e le vacanze non è partita senza problemi. Era annunciato: troppi dubbi, incertezze e interpretazioni, difficoltà di conciliare la presenza in classe e la didattica a distanza che si blocca se la connessione Internet salta. Insomma, professori, studenti e dirigenti erano preparati. Ma in alcune scuole la pazienza è finita.

Succede all’Istituto tecnico Falcone Righi, la scuola eccellente che ogni anno rientra nelle classifiche degli istituti migliori lombardi. Qui, come in tutte le scuole, è stilato un protocollo preciso per limitare i contagi. Ma per molti ragazzi le disposizioni sono "insostenibili. Non ce la facciamo più a venire a scuola in queste condizioni. Già la situazione è pesante, con queste regole insensate siamo esasperati", dicono in coro gli studenti che ieri ha organizzato una manifestazione. Un presidio che "continuerà", assicurano.

Le regole a cui si riferiscono partono dal divieto di portare qualsiasi cosa a scuola, a eccezione del pennarello per scrivere sul foglio in acetato che viene consegnato in classe. Un foglio trasparente, di plastica, su cui devono prendere appunti, scattare foto, cancellare e ricominciare a scrivere. Fino alla fine della giornata: poi si passa la salviettina alcolica e si lascia lì per il compagno che farà lezione il giorno dopo. All’istituto, infatti, i ragazzi frequentano tre giorni a settimana in sede, per altri tre c’è la didattica a distanza. Niente zaini in classe, penne, merende o bottigliette d’acqua.

«Se vogliamo bere o mangiare, dobbiamo inviare l’ordinazione il giorno prima al bar. All’ora dell’intervallo, il rappresentante raccoglie i soldi e va a prendere tutto – racconta Federica Galbiati, studentessa di Economia aziendale – Sarebbe meglio portarci una merenda, spenderemmo anche meno soldi". I problemi passano anche "dall’orario per andare in bagno: ogni classe ha una fascia oraria – aggiunge Andrea Lombardi, che frequenta il percorso Tecnico Informatico – Per non parlare dei dispositivi: non possiamo portare libri in classe, dobbiamo studiare su foto di appunti, non abbiamo quaderni. Ci erano stati promessi i tablet che non possiamo usare per problemi alla Rete. Qui si seguono disposizioni severissime, al Vico possono portare tutto". 

Al liceo Vico, che condivide metà dello spazio dell’Omnicomprensivo di viale Italia con il Falcone-Righi, infatti, gli studenti sono autorizzati a portare zaini e merende. Fortunatamente al liceo i contagi sono zero, mentre al Falcone-Righi si contano sei positivi: tre tra il personale scolastico e altrettanti tra gli studenti. Ma la dirigente Maria Vittoria Amantea è rigorosa: "Possiamo apportare modifiche se le richieste sono ragionevoli – spiega – Per esempio consentiremo l’uso di un quaderno da lasciare a scuola. Ma vorrei che gli studenti capissero che non mi diverto a essere severa". Un rigore che passa anche dall’esperienza personale: la preside è rimasta a casa 54 giorni a marzo, positiva al Covid: "So cosa significa vivere la malattia ed è terribile, proprio per questo non consento di allentare la prevenzione: sento sulle spalle tutta la responsabilità della salute di studenti, personale e famiglie. Siamo con la metà dei docenti a regime, non bisognava riaprire così presto".  

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