Corsico, ciclista uccisa da una moto: l'investitore aveva consumato droga

L'indagine sulla morte di Daria Sadun. Si aggrava la posizione del 21enne: è indagato per omicidio stradale

Daria Sadun

Daria Sadun

Corsico (Milano) - Si aggrava la posizione del 21enne alla guida della moto che sabato ha travolto e ucciso la 44enne Daria Sadun. La polizia locale ha indagato per omicidio stradale il giovane, residente al quartiere Lorenteggio, aggiungendo ai capi di imputazione lesioni gravissime colpose, lesioni al passeggero che era seduto dietro di lui (un 23enne di Corsico, non in pericolo di vita) e guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Il 21enne aveva consumato droga prima di mettersi in sella: lo conferma l’esame tossicologico dell’ospedale Niguarda, dove si trova ricoverato con lesioni giudicate guaribili in 60 giorni. Tra i capi di imputazione anche la guida senza patente: il ragazzo aveva preso la moto del padre di nascosto, secondo quanto racconta il genitore (che dovrà comunque rispondere di incauto affidamento del veicolo, sprovvisto, inoltre, di assicurazione), anche se aveva solo il foglio rosa.

Le indagini condotte dal commissario capo Luciano Mariani proseguono senza sosta: in attesa dell’autopsia che va ancora disposta, è stato aperto dalla Polizia locale anche un fascicolo, contro ignoti, per capire chi ha spostato dalla scena dell’incidente i mezzi, un tentativo degli amici di alleggerire la posizione del centauro. Ma alcuni ragazzi si sono presentati ieri al comando per testimoniare proprio sul tentativo di un gruppo di giovani di spostare la moto e la bici di Daria. La 44enne stava percorrendo via Di Vittorio per tornare a casa dopo aver salutato alcuni amici, come aveva annunciato al telefono alla cugina toscana: "L’ho sentita poco prima, mi ha detto che avrebbe fatto un giro in bici – ricorda Irene, straziata dal dolore –. Si era trasferita da Firenze, aveva comprato da poco la sua casetta a Corsico, era felice. Lavorava in un’agenzia viaggi a Milano, amava il suo lavoro. Una donna incredibile, sorridente, generosa, amava la compagnia, le piaceva tanto Milano, raccontava di voler imparare a cucinare tutte le ricette tradizionali. Era amata da tutti. Adorava il mare, la natura, i suoi gatti, fare foto, tifare la sua squadra del cuore, la Fiorentina. E poi quell’amore smisurato per il nipotino, per il fratello e il babbo. Aveva perso la mamma e la zia: un dolore immenso ma mai una parola di lamento. Era sempre sorridente, era unica".

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