Bufera Sanità, politici corrotti e obbedienti: ecco le regole della 'zarina'

L'ordine: "Metti tutto nel calderone...". Così nasce l'asta da 45 milioni per l'Icp, in cambio di 80mila euro di MARINELLA ROSSI

Palazzo Regione Lombardia

Palazzo Regione Lombardia

Milano, 17 febbraio 2016 - Il 'cucciolo', capelli biondi corti, ottimo taglio, sorriso perfetto da ortodonzia tutt’altro che sociale, è una donna di ferro. Paga e vuole vedere il cammello. «Lascia stare.. la gara va fatta così, nel calderone va dentro tutto… anche perché non puoi farla a parte… che così ce la vince qualcun altro… relativamente a questa gara io, Mario, io sull’aggiudicazione di questa gara io ti do X, poi...». “Paolina”, per i sottoposti più che amici, Canegrati, quella della galassia delle società di forniture e servizi dentistici, parla con il “referente per l’odontoiatria della Lega”, Mario Valentino Longo, che in virtù di ciò si è infilato in Eupolis ma è anche nello staff del presidente della commissione sanità della Regione, il leghista Fabio Rizzi. E la conversazione del 16 aprile 2014 non lascia dubbi interpretativi.

Al centro, analizzata nell’inchiesta della Procura, c’è la gara d’appalto indetta il 10 luglio 2014 dagli Istituti clinici di perfezionamento per affidare il servizio di assistenza specialistica in odontoiatria dei centri di Cologno Monzese, Cusano, di Sesto, e a Milano i poliambulatori di via Farini 9, via Livigno 2, via Saint Bon a Baggio, e dove Saint Bon è la new entry a cui Canegrati punta. Sessanta mesi di appalto, importo 45 milioni e 371mila euro. Sono i centri da tenere «nel calderone».

Maria Paola Canegrati«Baggio non lo posso staccare e dire lo do alla Sytcenter perché vuol dire regalargli una raffola che è grande come una casa... io se vuoi ti dico... lo sai che io e te ci mettiamo, cioè ci troviamo sempre... sai quanto galantuomo sono...Fai la fattura come Silvia... a proposito devo sentire Silvia per mettere giù un contrattino con il quale dico... facciamo una consulenza di 80mila euro all’anno, dieci fatture in modo che nessuno dice niente e siamo tutti belli e apposto...». E mentre Longo tace o acconsente di trasformare la sua disponibilità in false consulenze a favore di Silvia, che è la sua compagna, la zarina spiega, e impone, la filosofia della gara. Che vede, protagonisti e interpreti, Longo, Canegrati, Luigi Ortaglio, del Provveditorato economato incaricato del procedimento di gara, e quel Massimiliano Sabatino che, responsabile della gestione e controllo dei processi organizzativi dell’Icp, con la zarina dovrà concordare i tariffari per le prestazioni non a carico del servizio sanitario, tenerla aggiornata sui tempi di gara, salvaguardarla di ispezioni Asl. Ed ecco qua: Ortaglio il 10 luglio («coinvolgimento fondamentale» scrive il gip Emanuela Corbetta) inserisce tutti i centri in un unico capitolato, «ivi compreso Baggio, come voluto da Paola Canegrati». Nella geometria della corruzione, nel “sistema Canegrati” tutte le tessere finiscono dove devono nel mosaico. «Sistema di scambi di favore» – annota il gip – «Temporalmente coincidenti con la formazione del bando di gara, vi è una serie di conversazioni in cui Longo si impegnava personalmente affinché Ortaglio ottenesse un avanzamento di carriera con la nomina a direttore amministrativo dell’A.O. di Garbagnate, intercedendo presso il nominando Direttore generale Paolo Brusini, pure sponsorizzato dalla coppia Longo/Rizzi».

E come? Il come viene da un’intercettazione in cui «Longo di fatto imponeva a Brusini la scelta di Ortaglio, quale suo futuro direttore amministrativo (con buona pace del principio di totale autonomia decisionale dei dg delle aziende ospedaliere), laddove Brusini ne aveva individuato, pur rigorosamente nell’ambito “dei nostri”, uno molto più bravo...». Il progetto Rizzi/Longo/Brusini/Ortaglio non andrà a buon fine «non accolto dai dirigenti della Lega», facendo presumere che nelle segrete stanze delle spartizioni sia stato preferito l’altro “dei nostri”. Scientifica, la zarina fa piazza pulita della concorrenza: giugno 2014, gara sull’ortodonzia sociale indetta al Niguarda, il vincitore Gianfilippo Fanciulli, della Pentandent srl, si era tolto di mezzo «a causa della palese ostilità dei dirigenti ospedalieri, lasciando così loro l’opportunità di indire una nuova gara vinta, guarda caso, da una società riferibile a Canegrati». E già in aprile lei era partita alla conquista degli Icp anche sul “territorio”, dove maneggia il funzionario Sabatino che le si rivolge a suon di «cucciolo» e «amore», e fa molto di più: la tiene costantemente al corrente, battaglia contro i colleghi, «predispone il tariffario solventi... in piena collaborazione con la Canegrati». O meglio, è la zarina a farlo perché Sabatino non sa dove metter le mani e finge all’esterno di essersi consultato con un «medico interno».

Sabatino alla regina dei denti: «Devi girarmi tutte le quote in solvenza. Devi trasformarmi tutte le quote in solvenza...devono sparire le quote in solvenza e assommarmi la quota A più la quota B che deve diventare una quota C che diventerà il tariffario base...». Tutto fatto in casa Canegrati, dai massimi ai minimi. E nei massimi ci si infila anche l’ex vicepresidente della Regione Mario Mantovani (ai domiciliari per concussione, corruzione e trubativa d’asta). Canegrati: «L’assessore... ha dato di intendere l’ultima volta che ci siamo visti... che gli piacerebbe entrare a far parte di questa grande famiglia». Mantovani respinge al mittente: mai avuto a che fare con lei.

di MARINELLA ROSSI

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