Corruzione, chiusa indagine sull’ex sindaco di Opera

Per Antonino Nucera si avvicina la probabile richiesta di processo

Antonino Nucera

Antonino Nucera

Indagine chiusa e per l’ex sindaco di Opera Antonino Nucera si avvicina la probabile richiesta di processo. Eletto nel 2018 con il sostegno della coalizione di centrodestra, Nucera finì ai domiciliari lo scorso aprile con accuse pesanti. Non solo quella di aver sottratto a chi ne aveva vitale bisogno una certa quantità di mascherine di protezione, all’epoca introvabili, per destinarle a parenti , conoscenti e dipendenti comunali (secondo i pm Stefano Civardi e Silvia Bonardi, l’allora sindaco avrebbe sottratto in totale 2.880 dispositivi di protezione individuale, di cui 2.380 destinati alla Rsa e 500 alla farmacia comunale). Nel provvedimento cautelare firmato dal gip Fabrizio Filice, si ripercorreva anche il filone della corruzione di cui Nucera sarebbe stato co-protagonista insieme alla responsabile del settore Urbanistica e Lavori pubblici del Comune Rosaria Gaeta, arrestata anche lei e sua compagna pure nella vita. I due avrebbero favorito tre imprenditori (a loro volta finiti in manette) con appalti su misura, in cambio della ristrutturazione da 40.725 euro di un’abitazione. In realtà, la gara più appetita (da un milione) se l’aggiudicò un’altra azienda, nonostante tutto fosse già pronto per la vittoria sulla carta scontata degli “amici“. Senza dimenticare le circa mille tonnellate di rifiuti che, sempre secondo la Procura, le stesse ditte legate a Nucera avrebbero smaltito illecitamente, anche su terreni agricoli del Parco Sud. Nell’ambito della stessa operazione, i carabinieri procedettero al sequestro del cantiere per la realizzazione di una passerella ciclopedonale sulla Provinciale 412 della Val Tidone, commissionato nell’ambito degli accordi di programma per il miglioramento della rete viaria dell’area.

Sequestro eseguito per lo svolgimento di accertamenti tecnici come il carotaggio, per verificare l’eventuale presenza di rifiuti sui quali -secondo l’accusa - gli imprenditori indagati avrebbero trafficato mediante stoccaggio, riutilizzo e interramento (in aree di cantiere del Comune di Opera ed in aree agricole all’interno del Parco Sud) di circa 1.000 tonnellate di fresato di asfalto ed altro materiale proveniente dalle lavorazioni stradali ed altri interventi appaltati dai Comuni della zona.

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