Coronavirus: tamponi per orchestra, coro e ballo del Teatro alla Scala

Via allo screening al Piermarini. Test sierologici volontari: positività tre volte superiore tra gli artisti rispetto a tecnici e impiegati

Orchestra Teatro alla Scala

Orchestra Teatro alla Scala

Milano, 30 agosto 2020 -  La campagna di screening è iniziata venerdì nell’infermeria della Scala: tutti i componenti di orchestra, coro e corpo di ballo dovranno sottoporsi al tampone prima di riprendere l’attività all’interno del teatro. La decisione è stata comunicata ai diretti interessati dal sovrintendente Dominique Meyer, che giovedì ha inviato loro una lettera per spiegare i motivi che hanno portato la dirigenza a prevedere questa ulteriore misura di sicurezza. Si parte dall’esito dei test sierologici ai quali molti scaligeri si sono sottoposti volontariamente nelle scorse settimane per tracciare una mappa del contagio e capire in quanti siano entrati in contatto col virus nella fase più acuta della pandemia: stando a quanto risulta al Giorno, l’indagine epidemiologica, condotta in collaborazione con l’ospedale Sacco e con la consulenza del professor Giuliano Rizzardini, ha fatto emergere «una frequenza maggiore nel personale artistico». 

In particolare, ha argomentato Meyer, «la positività dei test sierologici effettuati è di circa tre volte superiore nel personale artistico rispetto a tecnici e impiegati degli uffici, che invece è risultata sovrapponibile a quella della popolazione generale». Tradotto: «Questi risultati sono suggestivi di una maggiore circolazione virale laddove il compito lavorativo non consente il distanziamento e l’uso continuo di mascherina». I dati sono stati analizzati dall’infettivologo Rizzardini e dal medico aziendale Terenzio Cassina, che hanno ritenuto necessario «integrare le misure di prevenzione previste dal “Protocollo Covid-19 Scala“ sottoponendo a tampone nasofaringeo per la ricerca del Covid-19 gli artisti di coro, i componenti del corpo di ballo e i musicisti dell’orchestra, in ragione del fatto che durante la loro attività professionale non possono sempre portare la mascherina né possono rispettare in modo continuativo le norme di distanziamento».

Ovviamente, ha aggiunto Meyer, «dobbiamo essere consapevoli che tale test non fornisce sicurezza nei giorni successivi». Non potendo ripetere l’esame ogni giorno, Cassina ha proposto di «effettuare contestualmente ai tamponi un’informazione agli artisti interessati circa l’adozione di procedure e comportamenti orientati alla prevenzione del contagio nell’intreccio tra vita professionale e privata». I primi a sottoporsi al tampone sono stati i ballerini, mentre da domani partirà lo screening su professori d’orchestra (fino a martedì) e coristi. 

Un cronoprogramma calibrato sulla prima data-clou della ripartenza del Piermarini: la Messa da Requiem in Duomo del 4 settembre in onore delle vittime del coronavirus, con il maestro Riccardo Chailly sul podio e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella come ospite d’onore. «Fino all’esito negativo del tampone – la chiosa di Meyer – gli artisti interessati potranno svolgere solo attività che consentano il rispetto delle norme generali di prevenzione: distanziamento, lavaggio/igienizzazione frequente delle mani, uso della mascherina». Non ci sono molti precedenti né in Italia né all’estero di una campagna di prevenzione così massiccia in un luogo di lavoro, in particolare in un ente culturale come la Scala. Un esempio arriva da Salisburgo, dove la direzione del teatro ha deciso di sottoporre a tampone tutti i dipendenti. A esito negativo, gli artisti sono tornati a esibirsi alla vecchia maniera, senza distanziamento.

Al Piermarini, invece, è stata scelta una linea più prudente, condivisa dai rappresentanti sindacali («Spero che i test si continuino a fare anche in futuro», auspica il segretario Slc-Cgil Paolo Puglisi) e dai membri della commissione che ha stilato il rigido protocollo sanitario per il rientro in via Filodrammatici. Anche a screening completato (sperando non emergano casi di positività), i lavoratori dovranno comunque rispettare il distanziamento sociale e tenere la mascherina chirurgica il più possibile, fino al momento dell’esibizione e subito dopo la fine dello spettacolo. 

Prendiamo il Requiem. I professori d’orchestra dovranno mantenere la distanza interpersonale di almeno un metro (1,5 metri per gli strumenti a fiato), mentre gli artisti del coro dovranno posizionarsi a 1,5 metri di distanza l’uno dall’altro e ad almeno 2 metri dai colleghi della fila precedente; la disposizione degli artisti sarà sfalsata tra una fila e l’altra per evitare l’effetto “droplet“ e che si trovino ad avere direttamente davanti un collega. Per quanto riguarda gli ospiti della serata, dovranno mettersi in coda distanziati di 2 metri, indossare sempre la mascherina e sottoporsi al controllo della temperatura con termoscanner prima di entrare nella Cattedrale. 

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