Coronavirus, la quarantena in hotel: parte il modello Milano

I primi 18 agenti a rischio contagio in un quattro stelle vicino alla Centrale

Luigi Regalia, uno dei coordinatori di Proges al servizio nelle strutture

Luigi Regalia, uno dei coordinatori di Proges al servizio nelle strutture

Milano, 31 marzo 2020 - Hotel da quarantena , ma a quattro e a tre stelle. È il modello Milano per affrontare l’emergenza coronavirus. Ieri sera sono entrate le prime 18 persone a rischio contagio nell’hotel Michelangelo di piazza Luigi di Savoia, un quattro stelle vicino alla Stazione Centrale: si tratta di 12 poliziotti e 6 agenti della penitenziaria, trasferiti lì ieri da Prefettura e Areu. Non basta. I due hotel Moxy, del gruppo Ikea, in prossimità degli aeroporti di Linate e Malpensa, entrambi a tre stelle, si sono già offerti al Comune per ospitare altre persone da mettere in quarantena: trattativa in corso.

Oltre al Michelangelo, l’amministrazione sta già utilizzando per le quarantene da Covid-19 altre tre strutture: il centro sportivo Saini da 150 posti, il Lorenzini District (la maxi-tensostruttura nell’ex scalo ferroviario di Porta Romana di solito utilizzata per i concerti) da 120 posti e l’immobile da 48 posti in via Carbonia. Pronta anche una struttura di via Zumbini per 15 bambini figli di genitori affetti da coronavirus. In totale, come sintetizzato dall’assessore comunale Gabriele Rabaiotti in commissione, "650 posti per le quarantene reperiti in una settimana". Un numero che può aumentare, visto che il Comune tra un paio di giorni lancerà una “call’’ per sondare ulteriori disponibilità. Al di là degli hotel Moxy, potrebbero accogliere altre persone da isolare l’Oasi San Francesco di via Arzaga, l’Ostello della gioventù Piero Rotta di via Salmoiraghi e le casette di via Pusiano destinate ai disabili a rischio virus.

Ma torniamo al Michelangelo. L’hotel ospita asintomatici o paucisintomatici, autosufficienti e senza patologie gravi, in particolare operatori sanitari, agenti delle forze dell’ordine e senzatetto, che avranno a disposizione, in ciascuna stanza, televisore, wifi, cambio biancheria settimanale, supporto sanitario e psicologico, oltre a colazione, pranzo e cena. Le prime 18 persone sono entrate ieri nell’albergo, che ha 305 camere, 290 delle quali a disposizione del Comune fino al 30 maggio. Due mesi per la quarantena, scadenza che potrebbe essere prorogata in caso di necessità, come anticipa l’assessore all’Urbanistica Pierfrancesco Maran.

Sala, intanto, spiega nel quotidiano video sul suo profilo Facebook girato ieri proprio davanti al Michelangelo: "Come Comune l’abbiamo preso, d’accordo con la proprietà e ora lo gestiremo insieme a Regione e Prefettura per le quarantene. Immaginate una coppia di anziani, uno positivo al virus, l’altro negativo, con un unico bagno, senza possibilità di separarsi in casa: il positivo potrà venire qua". I costi dell’operazione quarantena al Michelangelo non sono indifferenti; la spesa per l’utilizzo mensile è di 162mila euro, a cui si devono aggiungere, una tantum, altri 71.500 euro. Non è finita. Per la gestione e il funzionamento dello struttura servono più di 350mila euro al mese, per la consegna di tre pasti al giorno e la sanificazione iniziale e finale. In totale, 583mila euro per il mese di aprile, 1 milione di euro per aprile e maggio. Fondi anticipati dal Comune ma rimborsati dalla Protezione civile.  

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