Coronavirus in Lombardia: volto coperto, senza forniture resta la fantasia

Dal mattino caccia alle protezioni promesse dalla Regione, ma ancora non ci sono. Ne sono sprovviste 4 farmacie su 10

Emergenza Coronavirus in Lombardia

Emergenza Coronavirus in Lombardia

Milano, 7 aprile 2020 - Ma dove vai se la mascherina non ce l’hai? In Lombardia da nessuna parte. Infatti l’ordinanza della Regione in vigore da domenica 5 aprile impone a chi esce l’uso obbligatorio di una protezione su naso e bocca. La soluzione migliore sarebbe proprio la mascherina, ma sul viso di chi è a spasso, per motivi di necessità (si spera), si vede un po’ di tutto. C’è chi sfoggia modelli autoprodotti e colorati, foulard, sciarpe di lana e persino bandane stile “bandito”. Una fantasia al potere determinata dalla grave difficoltà a reperire i dispositivi: a Milano il 42,5% delle farmacie non ha a disposizione mascherine, quasi una su due.

Lo dice un’indagine realizzata da Altroconsumo nei primi giorni di aprile in 122 farmacie e parafarmacie di otto città italiane (Bari, Bologna, Firenze, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Roma): il dato milanese è comune al resto d’Italia, dal momento che nel 43% dei punti vendita non sono reperibili dispositivi. La penuria non ha impedito però ieri il formarsi di lunghe code fin dalle prime ore del mattino in molte farmacie a Milano e non solo: un assalto provocato dalla notizia che sarebbero state disponibili subito le oltre 300mila mascherine fornite dalla Regione da destinare gratuitamente alla fascia della popolazione più fragile. La Regione, d’intesa con la Federazione dei Farmacisti Lombardi, Federfarma Lombardia e Assofarma, ha precisato invece ieri che la disponibilità di un primo quantitativo sarebbe giunta a partire dalla metà di questa settimana. Per evitare gli assembramenti su molte vetrine di farmacie è apparso anche una comunicazione: "Distribuzione gratuita delle mascherine fornite da Regione Lombardia non ancora disponibile. Un cartello avviserà quando inizierà la distribuzione".

Ma ormai la frittata era fatta: "Da domenica sera abbiamo ricevuto centinaia di telefonate di giorno e anche di notte essendo aperti 24 ore di persone che chiedevano come procurarsi le mascherine della Regione. In molti si sono messi in fila dalla mattina", racconta Paolo Vigo, titolare della Farmacia Stazione di Porta Genova. Vanno a ruba comunque quelle a pagamento, prodotto richiesto dice "da nove persone su dieci che entrano nel punto vendita". Ieri di giorno erano esaurite anche quelle, come in molte farmacie dei dintorni, in corso San Gottardo. Solo in serata sono arrivate 3mila dispositivi dotati di filtro Fpp2 senza valvola, nella farmacia di Porta Genova, vendute a 10 euro: "Molte sono già prenotate. L’ultimo carico risale a settimana scorsa: 1.700 pezzi li abbiamo esauriti in un giorno e mezzo".

Secondo l’indagine di Altroconsumo ad essere disponibili sono quasi sempre di dispositivi chirurgici o similchirurgici (cioè di mascherine concepite per proteggere gli altri da chi le indossa e non viceversa), per lo più in carta, cotone, lavabili, a tre strati. Per i veri e propri dispositivi di protezione individuale, quelli dotati di filtro Fpp2 e Fpp3, la disponibilità è minore se non addirittura inesistente (per le Fpp3). In media, una mascherina chirurgica è venduta a circa 2 euro al pezzo, una Fpp2 a quasi 10 euro e una Fpp3 a 35 euro, ma sono introvabili. Merce rara come i guanti, ormai carissimi: "Anche 12 euro una confezione da 100" dice il farmacista.  

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