Lockdown, indagine del Politecnico: più depresso chi ha vissuto in 60 metri quadri

Ansia per un lombardo su 4. Il disagio psicologico cresce se non si possiede il balcone secondo i ricercatori

Persona al balcone

Persona al balcone

Milano, 29 maggio 2020 - Un lombardo su quattro ha sofferto di sintomi ansiosi significativi durante il periodo di lockdown. Lo dice un’indagine su condizioni abitative e disagio psico-fisico in quarantena realizzata online dal Politecnico di Milano - con il gruppo di ricerca Design&Health Lab coordinato dal professor Stefano Capolongo - e l’Università di Genova, secondo cui alcune caratteristiche delle abitazioni sono più ricorrenti in chi presenta sintomatologia marcata rispetto a chi ha sintomi lievi o assenti. Ad esempio, abitare in una casa di superficie inferiore ai 60 mq è una condizione più frequente tra chi ha sintomi depressivi: il 14% contro l’8,5% di chi non li ha.

Dal sondaggio su 9.200 persone in Lombardia, fra il 12 e 27 aprile, è emersa anche una forte relazione tra sintomi depressivi marcati e abitazioni con scarsa illuminazione naturale, basso comfort acustico e termo-igrometrico, locali diurni caratterizzati da un numero limitato di opere d’arte o elementi verdi e che non garantiscono un’adeguata privacy. Queste condizioni abitative sono infatti più frequenti (34%) in chi ha sintomi depressivi rispetto a chi non ne presenta (13%). I risultati delle analisi condotte dimostrano inoltre che chi abita in case con scarse qualità "indoor" corre un rischio due volte maggiore di manifestare sintomi di depressione moderata/severa rispetto a chi ha case più luminose e di qualità. Balconi, terrazzi e logge giocano un ruolo importante: chi ha sintomi non dispone di tali spazi nel 37% dei casi.

Anche la vista dalle finestre ha un peso rilevante: risulta più sintomatico chi affaccia su spazi outdoor di scarsa qualità, sia verdi, quali terreni incolti o spazi di risulta, sia costruiti, come parcheggi, strade o capannoni (28% dei casi contro il 17% degli asintomatici). È stato anche chiesto agli intervistati come l’ambiente domestico abbia influito sulle loro performance di lavoro o di studio: il 31,2% dichiara che queste sono state sensibilmente peggiorate dal "nuovo" ambiente. "Il Covid-19 - è la riflessione nata dalla ricerca - lascerà un segno anche nel mercato immobiliare, accrescendo il valore di alcune abitazioni e svalutandone altre".

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