Coronavirus, la storia: "Io, primo licenziato, ora vendo profumi online"

Nicholas aveva perso il posto in un locale del centro con 'causale Covid'. Anche lui tenta di ripartire

Nicholas Mancuso

Nicholas Mancuso

Milano, 19 maggio 2020 - Era stato uno dei primi a perdere il posto di lavoro con “causale Covid”, lasciato a casa a inizio marzo da un locale del centro di Milano dove lavorava come aiuto cuoco con una lettera che motivava il licenziamento con "lo stato di emergenza in cui versa il territorio italiano e le ricadute che la stessa ha avuto nell’attività aziendale". Il suo contratto a termine era stato fatto scadere in anticipo dal titolare del piccolo esercizio a conduzione familiare, da un giorno all’altro deserto, come è successo a un esercito di altri giovani precari del turismo e della ristorazione. Nicholas Mancuso, 21 anni, in tasca un diploma alle scuole professionali, da tre giorni sta tentando una nuova strada. "Adesso vendo creme e profumi - racconta - sono ripartito da zero e sto cercando di creare un giro di clienti. Lavoro principalmente su internet, sui social network, cercando di fissare appuntamenti per far provare i prodotti". Un tentativo di ripartire dopo due mesi difficili, perché Nicholas da un giorno all’altro è rimasto senza lavoro e senza ammortizzatori sociali. Senza un reddito per fare la spesa o per pagare l’affitto.

Prima dell’emergenza sanitaria guadagnava da vivere anche attraverso servizi extra, come rinforzo o in sostituzione di lavoratori assenti, in quattro ristoranti di Milano che a marzo hanno dovuto chiudere i battenti. "In questi mesi ho cercato lavoro in tutti i modi, anche come elettricista o idraulico - spiega - senza mai ottenere risposte. Ho bisogno di lavorare e tramite un amico ho trovato questo nuovo impiego, dopo un corso di formazione online ho iniziato a vendere creme e profumi di qualità a un ottimo prezzo tramite una società di e-commerce. Finora sta andando abbastanza bene". Prima del lockdown Nicholas prendeva circa 1.300 euro al mese, unendo vari lavori. Lo stipendio, per ora, è un punto di domanda. "Varia sulla base dei prodotti venduti - spiega Nicholas - più vendi e più guadagni. In ogni caso non vorrei tornare a lavorare nella ristorazione, resta la passione ma la coltivo cucinando per familiari e amici. Prima lavoravo per 12 ore al giorno nei ristoranti, adesso voglio dedicare lo stesso tempo per fare questo nuovo lavoro. Il periodo è difficile, l’importante è ripartire".

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