Coronavirus, l'assessore alla Cultura: "Cinema e teatri non sono superflui"

Del Corno firma con altri colleghi italiani l’appello al governo per ripensare orari e chiusure

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di Stefania Consenti

Stop a cinema, teatri e sale di concerto nel nuovo Dpcm, una vera "mazzata" per un settore che a fatica si stava riprendendo. Ed è così che si è fatta nuovamente sentire la voce di artisti e registi - tra cui Ruth Shammah, anima del Parenti - e degli assessori alla Cultura delle più grandi città, da Milano a Palermo, Napoli,Bari, Roma, Firenze, Cagliari, per chiedere di riaprire quanto prima i luoghi di cultura. "Colpiscono uno dei settori più virtuosi", attacca l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno che ha firmato insieme agli altri colleghi la lettera indirizzata anche ai ministri Dario Franceschini, Nunzia Catalfo, Stefano Patuanelli. "I luoghi dello spettacolo sono ad oggi quelli che hanno responsabilmente più di altri adottato tutte le precauzioni sanitarie per rendere l’esperienza sicura per spettatori e lavoratori. Trovo sbagliata la decisione". Sulla stessa linea si è schierato anche il sindaco Beppe Sala.

Assessore Del Corno perché è sbagliata?

"Colpisce uno dei settori virtuosi che andava adottato come modello non come bersaglio. Un settore che aveva iniziato un percorso di ripresa per quanto faticoso ma che era iniziato sotto i migliori auspici, con la fiducia del pubblico. Aggiungo, come abbiamo scritto nella lettera, che è nei momenti di difficoltà di una comunità che la tenuta democratica è garantita anche dalla possibilità di convidivere esperienze culturali. In epoca di distanziamento fisico dobbiamo praticare il riavvicinamento sociale... in più dai dati emerge una scarsa incidenza di diffusione epidemica nei luoghi dello spettacolo".

C’è un focolaio al Teatro alla Scala...

"Si ma si tratta di un focolaio in un luogo di lavoro, come avvieme o può avvenire negli uffici, nelle fabbriche, nei ristoranti, che viene gestito benissimo".

Le vostre richieste sono forti, sarete ascoltati?

"Io credo che nel giro di un paio di settimane questo provvedimento possa esser rivisto anche perché dovrebbe esserci un’attività di tracciamento rispetto ai luoghi di contagio, che è la vera cosa che manca in questo momento. Non possiamo andare avanti senza saperlo, al buio".

Ripensare orari, potenziare trasporti pubblici, tracciamenti... più facile chiudere tutto?

"Il settore dello spettacolo l’ha fatto, ha ripensato tutto, le cito solo un particolare a cui non si dà importanza. Tutti gli spettacoli avvengono senza intervallo. Sembra banale, ma se altre categorie avessero adottato nel loro settore qualche accorgimento in più forse non saremmo a questo livello".

Che cosa si aspetta?

"Un segnale di attenzione dal Governo".

L’arte è importante perché non è necessaria, diceva Lea Vergine, recentemente scomparsa..

"Non sono d’accordo con lei pur nel rispetto della grande figura che è stata. La cultura è necessaria nelle società democratiche, siamo in un momento molto rischioso e la cultura è un fondamento".

Teme disordini a Milano sull’esempio di Napoli e Roma?

"No, c’è una temperatura sociale diversa che deriva da un’altra situazione economica complessiva. Anche se le disuguaglianze si sono accentuate anche qui e ancora cresceranno".

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