Coronavirus, il professor Razzante: "La squadra 'anti-bufale' non è un bavaglio"

Il collaboratore del Giorno tra gli otto “saggi“ scelti dal Governo per contrastare le fake news

Ruben Razzante è docente di Diritto dell’informazione all’Università Cattolica di Milano

Ruben Razzante è docente di Diritto dell’informazione all’Università Cattolica di Milano

Milano, 6 aprile 2020 -  «La task force contro le fake news non sarà un ministero della verità né un tribunale dell’inquisizione: non si occupa di giudicare le opinioni e di emanare sentenze. Piuttosto l’Unità ha il compito di monitorare e segnalare quelle notizie palesemente false che generano comportamenti sbagliati per la nostra salute. Sarà una “sentinella” al servizio del cittadino contro il virus dell’infodemia". A dirlo Ruben Razzante, docente di Diritto dell’informazione alla Cattolica di Milano, editorialista de Il Giorno e uno degli otto "saggi", fresco di nomina (a titolo gratuito) per l’Unità per il monitoraggio contro le fake news, istituita dal Sottosegretario Andrea Martella. Razzante è stato chiamato in virtù delle sue competenze in materia, avendo scritto diversi libri e fondato il portale anti-fakenews www.dirittodellinformazione.it. In un periodo di emergenza sanitaria le bufale sono più che scemenze in grado di strappare una risata: "Possono indebolire lo sforzo di contenimento del contagio" dice il professore. Sul web le notizie campate in aria proliferano: dall’insinuazione che il governo alimenti l’epidemia per guadagnare benefici dai fondi dell’Ue – minando dunque l’esigenza del lockdown - all’idea degli animali domestici “untori” che ha già provocato abbandoni di cani e gatti fino alle pseudo-terapie che promettono un’illusoria e facile guarigione dal Covid-19.

Perché istituire una task force? "Agli italiani sono state imposte una serie di restrizioni per la loro salute. Ma senza una informazione corretta tali misure possono non venire rispettate da tutti, con il rischio che aumentino i contagi. La task force si occuperà di monitoraggio di notizie false che circolano su siti, blog, social. Perché qui operano anche sciacalli che - solo per aumentare le visualizzazioni - pubblicano contenuti palesemente inverosimili ma in grado di fare breccia nel pubblico più sprovveduto. Questa informazione-spazzatura influenza i comportamenti e produce dei danni alla nostra salute: deve essere combattuta e arginata. L’altro compito dell’Unità è la valorizzazione di notizie attendibili e certificate. L’informazione di qualità è il primo alleato dei cittadini nella battaglia contro il virus".

Come fermare l’informazione-spazzatura? "Ci sarà una interlocuzione stretta con gli utenti ma anche con i gestori delle piattaforme, per scovare i contenuti non veritieri. Quindi l’idea è di fornire strumenti per esercitare un sano discernimento e fare verifiche su più fonti. Nessuno dirà che tutte le notizie provenienti da un determinato sito sono false perché nessuno vuole censurare alcunché".

Eppure c’è chi parla di bavaglio. "Iniziative contro le fake news sono già state intraprese da Unione europea, Organizzazione Mondiale della Sanità e governo Inglese. Parlare di bavaglio in questo contesto è inappropriato. La libertà di opinione è garantita. Ma quando un’interpretazione viene spacciata come verità oggettiva si fa disinformazione, si mistifica la realtà condizionando negativamente i comportamenti e vanificando tutti gli sforzi nella battaglia contro il coronavirus. Per quanto tempo vogliamo che si trascini?".

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