Miliardi di calcoli contro il coronavirus: Politecnico e Dompé alleati per una cura

L’ateneo milanese e la Statale in prima linea con la società farmaceutica nella battaglia per trovare un farmaco che blocchi lo sviluppo della malattia

Il progetto utilizza Marconi, la macchina di supercalcolo più veloce al momento in Italia

Il progetto utilizza Marconi, la macchina di supercalcolo più veloce al momento in Italia

Milano, 18 febbraio 2020 -  La battaglia per sconfiggere il “demone“ coronavirus - come l’ha battezzato il presidente cinese XI Jingping - passa anche attraverso l’impegno “umano“ di un team di ricerca al Politecnico di Milano e di un “supercomputer“ che si trova a Bologna. La società biofarmaceutica Dompé sta coordinando la task force che ha risposto a un bando di ricerca europeo da 10 milioni di euro, per progetti di ricerca sul virus recentemente nominato Covid19. Tra i partner italiani ci sono, oltre al Politecnico, l’università degli Studi di Milano e il Cineca (Consorzio universitario italiano) di Bologna. Ne parliamo con Cristina Silvano, professore di Architettura dei calcolatori del Politecnico, a capo della squadra di cinque ricercatori che hanno l’obiettivo di supportare e accelerare, attraverso tecniche di calcolo ottimizzato e l’utilizzo di “super-calcolatori”, la ricerca di Dompé del nuovo farmaco capace di bloccare la replicabilità del virus.

Professoressa Silvano, ci spiega su cosa si sta concentrando il suo team? "Il nostro gruppo di ricerca al Politecnico sta collaborando con Dompé e il Cineca di Bologna per la messa a punto della piattaforma Exscalate, una piattaforma virtuale che archivia ed elabora le molecole farmaceutiche. A partire dai dati ricavati dalla sequenza genomica del virus, si lanciano poi delle simulazioni fra il coronavirus e il potenziale farmaco. Le molecole farmaceutiche sono confrontate con il virus in modo virtuale, prima di validare la terapia sull’uomo. In una prima fase di sperimentazione utilizzeremo una libreria chimica fornita da Exscalate contenente 10mila molecole di farmaci già presenti sul mercato o in fase avanzata di sviluppo clinico: riposizionare un farmaco esistente per questo virus sarebbe la soluzione più veloce. In una seconda fase ci concentreremo su nuove molecole con attività potenziata che dovranno essere poi validate sull’uomo: parliamo di un database di oltre 500 miliardi di molecole".

E il supercomputer cosa fa? "Il supercalcolatore riesce ad accelerare la fase computazionale e ampliare la ricerca di una terapia efficace al virus con le simulazioni. Noi ci avvaliamo del Marconi, messo a disposizione dal Cineca di Bologna: è la macchina di supercalcolo più veloce al momento in Italia nel settore pubblico. È capace di processare 10 milioni di miliardi di calcoli al secondo e fra un paio di anni arriverà a 150 milioni di miliardi al secondo".

Per quanto sarete impegnati? "Difficile stabilirlo a priori, dipende dai risultati".

È la prima volta che si occupa di virus? "Eravamo già stato coinvolti l’anno scorso nel progetto europeo Antarex, utilizzando la piattaforma Exscalate per una sperimentazione contro il virus Zika. I risultati dell’esperimento sono in fase di validazione clinica in un laboratorio in Brasile.

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